Ma Salvini non andava in carcere solo per trovare i poliziotti?

Ora, invece, è andato a trovare Verdini a Rebibbia

28/12/2020 di Enzo Boldi

Se non ci fossero state le dichiarazioni del recente passato, la notizia di Salvini incontra Verdini nel carcere di Rebibbia sarebbe una non notizia. Alla luce, però, delle campagne fatte dal leader della Lega dopo che alcuni parlamentari si sono recati nelle patrie galere (come nel caso dei due americani accusati dell’omicidio del carabiniere Mario Cerciello Rega, ma anche in altre occasioni) per far visita ai detenuti, questa informazione mostra come il detto napoletano ‘Ogne scarrafone è bell’ a mamma soja’ sia il mantra della politica.

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Salvini ha fatto bene a recarsi nei giorni scorsi presso la casa casa circondariale di Rebibbia per fare visita al suocero (Denis Verdini, infatti, è il padre di Francesca, fidanzata del leader della Lega). Perché il carcere ha sempre una funzione riabilitativa e non punitiva, come previsto dal sistema giuridico italiano. Quindi è giusto che lui sia andato lì per un colloquio, un saluto e un abbraccio virtuale.

Salvini incontra Verdini nel carcere di Rebibbia

Ma c’è un però, simbolo di come la corsa alle dichiarazioni (poi condivise anche sui social) diventino il classico boomerang. Ed ecco che poco più di un anno fa, era il 17 dicembre del 2019, Matteo Salvini – ospite di Mario Giordano a Fuori dal Coro, su Rete 4 – sentenziava così.

Insomma, lui in carcere va solo per incontrare i poliziotti. Non i carcerati. Queste le sue parole condivise anche sui suoi canali social durante la diretta televisiva. Ora, però, che a essere rinchiuso (dopo la condanna definitiva) è il futuro suocero, quel proclama (molto populistico) è venuto meno.

Salvini incontra Verdini, un fatto normale che il leader della Lega ha trasformato in notizia

Ribadiamo, dunque, come non ci sia nulla di sbagliato nella notizia di Salvini incontra Verdini (più strano l’incontro tra Renzi e l’ex senatore, anche se è noto il loro rapporto di amicizia). Questo, però, dovrebbe servire da insegnamento per il leader della Lega: gridare in televisione e sui social alcune posizione nette per criticare gli altri e poi fare l’esatto contrario è populista. E basta.

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