Salvini chiede che le inchieste ci siano solo dopo che «medici e pazienti abbiano finito di morire» | VIDEO

16/04/2020 di Enzo Boldi

Che ci sia stata una cattiva (per usare un eufemismo) gestione delle RSA in tutta Italia dall’inizio dell’epidemia da Coronavirus è, purtroppo evidente. La magistratura, dopo le denunce pubbliche e l’invio degli ispettori da parte del Ministero della Salute, ha avviato le sue inchieste su quanto accaduto in diversi centri sparsi per il territorio, con il caso più emblematico – soprattutto per nome e storia – del Pio Albergo Trivulzio di Milano. Ma anche dell’Ospedale di Alzano Lombardo. Indagini che dovranno chiarire le cause che hanno portato a un così alto tasso di vittime all’interno di quelle strutture. Ma per Matteo Salvini non è questo il momento di avviare quelle inchieste.

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«Penso che nessuno dei dirigenti, medici, infermieri e funzionari si aspettasse medaglie e monumenti, ma non si aspettavano neanche attacchi quotidiani, inchieste e perquisizioni con i morti ancora in corsia. Io faccio questo appello a tutta l’Italia, perché ho letto di perquisizioni in tutte le regioni: possiamo almeno aspettare che l’epidemia sia finita, che i medici abbiano finito di morire e che i pazienti abbiano finito di morire?».

Salvini e il suo semplicismo sulle inchieste

Il rispetto per i medici e per i sanitari – oltre che per i pazienti morti durante questa emergenza sanitaria – sta proprio nell’assunzione di eventuali (perché ancora siamo nelle fasi iniziali di queste inchieste, anche se già alcune evidenze sono saltate fuori) responsabilità dietro alcuni decessi. Il rimandare a domani non ha molto senso anche perché il lavoro degli inquirenti non intralcia quello dei medici. Si tratta di capire se qualcuno ha commesso errori e quali siano queste scelte improvvide fatte. Non aspettare che «medici e pazienti abbiano finito di morire».

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