Salvini: «Non scappo io, ma scappa il governo». Ma la presenza dei ministri non era prevista

12/02/2020 di Enzo Boldi

Matteo Salvini non manderebbe mai un leader della sinistra davanti al giudizio della magistratura e, adesso, sostiene di aver deciso lui stesso di andare a processo per il caso Gregoretti. La linea difensiva del leader della Lega, nel giorno del voto al Senato per l’autorizzazione a procedere nei suoi confronti richiesta dal Tribunale dei Ministri – su richiesta della Procura di Catania -, diventa un’offensiva e nel suo intervento a Palazzo Madama ha attaccato il governo, Giuseppe Conte, il Pd e il Movimento 5 Stelle. L’attacco di Matteo Salvini è stato immediato: «In questa situazione, chi scappa non è il sottoscritto, ma il governo che non è presente». Inutile l’osservazione della presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati, che gli fa notare che la presenza del governo in Aula non era prevista.

Salvini al Senato sul caso Gregoretti

Salvini, però, aveva preparato questo copione e su questo copione va avanti: «Ho deciso di intervenire per rispetto dei miei figli che si lamentano che il loro papà sta sempre lontano da casa. Lui non sta lontano per sequestrare esseri umani, ma per difendere i nostri confini, come è previsto dalla Costituzione. Io ho abbattuto una villa dei Casamonica a Roma, mentre qui c’è tanta gente che fa l’antimafia a chiacchiere: le minacce di morte arrivavano a me, non altrove».

Poi, Matteo Salvini ha continuato: «Ho mantenuto una promessa elettorale: chiunque abbia votato la Lega, sapeva che il mio obiettivo era quello di bloccare gli sbarchi dei clandestini. Questa cosa l’ho fatta insieme agli amici del Movimento 5 Stelle: le loro ultime dichiarazioni sulla Gregoretti sono state nel giorno dello sbarco. Quindi non potevano non sapere: allora o sapevano, o non avevano capito».

Salvini vuole andare avanti nel processo, anche in contrasto con il consiglio dell’ex ministro della Pubblica Amministrazione Giulia Bongiorno: «Chiariamo questa vicenda una volta per tutte davanti a un giudice, non lasciamo che questa storia annoi l’aula del Senato. Sarei stato un sequestratore anomalo e bizzarro: io ho recuperato i migranti in acque SAR maltesi, per provare a salvarli. Anche il ministro Luciana Lamorgese sta facendo la stessa cosa con altre ong: in più di un’occasione ha protratto per tre, quattro, cinque, dieci giorni lo sbarco dei migranti. La differenza antropologica tra me e voi è che io non denuncerò mai la ministra Lamorgese».

Salvini al Senato difende il suo operato politico

Il leader della Lega ha difeso le sue politiche sull’immigrazione nella seconda parte del suo discorso: «Il risultato del buonismo è stato di 15mila cadaveri in tre anni – ha detto Salvini -: lo voglio gridare al mondo, le politiche di controllo e di rigore hanno salvato migliaia di vite umane. Carlo Nordio ha parlato non di decisione giuridica, ma di processo politico. È vero che rischio di creare un precedente pericoloso. Qualche esponente dell’attuale maggioranza potrebbe dire, in futuro, che un processo politico capiterà anche a lui. Condivido le parole dell’onorevole Casini».

Alla fine, il leader della Lega parla dei figli, tra le proteste dell’aula: «Che ne sapete? Non avete il figlio che vi ha inviato il messaggio ‘Forza Papà’ questa mattina prima di andare a scuola. Noi facciamo politica e ce la siamo scelti. Chi è a casa non ha scelto di avere un papà che domani si troverà sui giornali trattato come un criminale. Il papà è orgoglioso di quello che ha fatto. Fortuna che c’è scritto democratico nel nome del partito: voi di democratico non avete nulla se non nel nome del partito. Io non voglio cancellare nessuno. Ricordo il titolo di un ex importante quotidiano (il riferimento è a Repubblica, ndr). Ricordo che mia figlia mi ha chiamato quella stessa sera e io ho detto che i giornalisti scherzavano, perché nessuno vuole cancellare il papà. Se quello stesso titolo fosse stato scritto su Libero, sulla Verità o sul Giornale sarebbero arrivati i caschi blu a portare via quel direttore di quel giornale».

«Se avessi rubato, stuprato, violentato, avrei paura. Mi fate pena se ridete in questo momento – ha detto Salvini -, perché davvero non sapete quello che significa. È un’aula strana: quello nervoso dovrei essere io, mentre quelli nervosi li vedo dall’altra parte. Ricordo qualcuno che ha dato la vita in questo Paese: chi ha paura muore ogni giorno, ma chi non ha paura muore una volta sola. Stando ai dati ci sono alcuni milioni di elettori degli italiani (anche i milioni di immigrati regolarmente presenti in Italia che sono miei fratelli e mie sorelle), noi abbiamo ragione. Io chiedo al mio partito di fare una forzatura rispetto alla verità storica perché c’è bisogno di qualcuno che metta fine a questo dibattito surreale: ci vuole qualcuno che dimostri che ha difeso l’Italia e non che meriti 15 anni di carcere. Questo governo sta sequestrando i genovesi e i liguri, perché voi tenete ferme le autostrade e gli investimenti sulle infrastrutture. Ma voi non decidete nulla: questo è sequestro di persona».

Salvini al Senato, le dichiarazioni precedenti al suo intervento

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«Ho scelto io di andare a processo, per me è motivo di orgoglio – aveva detto Matteo Salvini in una dichiarazione, senza possibilità di fare domande, davanti ai cronisti prima del suo intervento a Palazzo Madama -. Quando ci sarà questo processo lo affronterò con orgoglio perché, a differenza di altri, io non scappo. Confido nella terzietà dei giudici». Poi l’accusa alla sinistra: «Siamo antropologicamente e culturalmente diversi. Io non manderei mai a giudizio un loro leader.

(foto di copertina: da diretta video del Senato)

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