Salvini sui carabinieri di Piacenza dice «chi sbaglia paga», ma poi sposta il discorso sui taser

Difensore a oltranza delle forze dell’ordine, Matteo Salvini non ha potuto fare a meno di censurare quanto accaduto nella caserma Levante di via Caccialupo a Piacenza. Lo ha fatto nel corso del suo intervento di ieri in Senato, davanti al presidente del Consiglio Giuseppe Conte, nell’ambito della sua risposta all’informativa del premier sul consiglio europeo. Un passaggio che è stato ripreso anche sui social network dell’ex ministro dell’Interno che ha condannato velocemente l’accaduto per poi spostare l’attenzione del passaggio sull’utilizzo dei taser da parte delle forze dell’ordine.

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Salvini e carabinieri Piacenza, il passaggio del suo discorso in Senato

Queste le parole esatte del leader della Lega: «Chi sbaglia, paga: vale per tutti e anche per le Forze dell’ordine. Ma l’eventuale errore di pochi non sia la scusa per infangare donne e uomini in divisa, una delle parti migliori del Paese. Troppo spesso, indagati come torturatori sono stati poi assolti senza nemmeno le scuse -. La Lega aveva introdotto i Taser. Una circolare del Viminale ha bloccato l’utilizzo dei dispositivi. Non vorrei che ci fosse un pregiudizio per disarmare donne e uomini in divisa». 

Il riferimento ai taser sembra davvero fuori contesto in una condanna rispetto a quanto successo nella caserma di Piacenza. Il leader della Lega, infatti, ha unito le critiche al comportamento dei militari della caserma Levante con lo stop all’impiego dell’utilizzo dei taser da parte del ministero dell’Interno. Un volo pindarico che addirittura getta qualche dubbio sull’intera affermazione: perché dovrebbero esserci pregiudizi nei confronti degli uomini e delle donne delle forze dell’ordine? Condannare episodi gravi come quelli che stanno emergendo nelle inchieste della procura di Piacenza può essere considerato un pregiudizio?

Salvini e carabinieri Piacenza, il riferimento al taser

Sorprende questa reticenza nel voler parlare dell’episodio, anche perché una delle accuse principali per i carabinieri di Piacenza sarebbe quella di spaccio di sostanze stupefacenti. Proprio di quelle droghe che Matteo Salvini avversa con tutte le sue forze, che ritiene essere fabbrica di morte, che è pronto a utilizzare contro i manifestanti («che si fanno le canne») che protestano durante i suoi comizi. Ecco, magari si poteva parlare del tema della droga per un passaggio ulteriore di approfondimento su quanto accaduto a Piacenza. Invece, il leader della Lega ha scelto il taser.

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