Salvini dice che il Governo va a braccetto i dittatori e i social si scatenano
15/06/2020 di Daniele Tempera

Non ha certo perso tempo Matteo Salvini a cavalcare le indiscrezioni del giornale spagnolo ABC che rivelano di un fantomatico finanziamento di 3.5 milioni di euro da Maduro e dal regime venezuelano all’M5S. Indiscrezioni tutte da confermare ovviamente, ma che rappresentano l’ennesimo assist per la bulimica propaganda salviniana.
Al di là di ipotetici finanziamenti, in questo governo e in questa maggioranza vedo un problema politico: l’andare a braccetto di regimi sanguinari e dittatoriali come Cina, Iran e #Venezuela. Questo mi fa vergognare di essere italiano.
— Matteo Salvini (@matteosalvinimi) June 15, 2020
Per Salvini il Governo andrebbe, in sostanza, a braccetto con regimi dittatoriali e sanguinari come Iran, Cina e Venezuela. Un’accusa paradossale da un politico che si è mostrato entusiasta, fino a farsi addirittura portavoce, dell’Ungheria di Orbàn, uno dei regimi europei giudicati più illiberali degli ultimi anni. E che dire poi, dell’ammirazione (mai nascosta) per la Russia di Putin e dell’inchiesta aperta su Gianluca Savoini, ex portavoce di Matteo Salvini e presidente dell’associazione LombardiaRussiaCosì, sul tentativo di reperire presunti finanziamenti illeciti da Mosca alle casse della Lega. Un’ironia che non è sfuggita, del resto, ai molti commentatori che non hanno tardato a commentare ironicamente la pagina twitter dell’ex ministro dell’Interno.
Una circostanza che in molti hanno ricordato, non senza qualche ironia.
Detto dall’amico di Putin fa abbastanza ridere
— Niccolò Monesi (@nmonesi) June 15, 2020
Ma non solo, c’è anche chi ricorda a Salvini il suo endorsement per la Corea del Nord, nel lontano 2014, quando arrivò a dire che nel Paese asiatico c’era “un bellissimo senso di comunità”.
— Fabio D’Aleo (@FabioDAleo) June 15, 2020
Insomma, come al solito le parole di Salvini appaiono parecchio fuori fuoco e, sfortunatamente per lui, nell’era del digitale “scripta e verba manent”.