Ma Salvini vuole che la Pubblica Amministrazione compri solo Ferrari e Maserati?
Il tweet del leader della Lega sul settore automotive e la proposta del Carroccio
12/12/2020 di Enzo Boldi
Il limite di caratteri imposto da Twitter comporta alcuni difetti di comunicazione e, a volte, capita di non esser abbastanza chiari quando si affronta un tema. Ed è così che un tweet di Matteo Salvini sta provocando molta ironia e ampie discussioni. Il leader della Lega, sciorinando una serie di proposte del suo partito, ha parlato anche del sostegno al settore automotive italiano. Secondo il segretario del Carroccio, la pubblica amministrazione deve essere obbligata ad acquistare solamente veicoli prodotti nel nostro Paese. Ma nel tweet Salvini auto italiane vengono omesse alcune informazioni fondamentali per la comprensione del testo.
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Questo è quanto compare, dal pomeriggio di venerdì 11 dicembre, sul profilo Twitter del leader della Lega.
Pubblica amministrazione obbligata ad acquistare veicoli prodotti in Italia. Contributi per incentivare le vendite di auto costruite nel nostro Paese. Sono alcune delle proposte costruttive della Lega per il settore automotive. #permetteteci
— Matteo Salvini (@matteosalvinimi) December 11, 2020
Insomma: la Pubblica Amministrazione – secondo Matteo Salvini – deve essere obbligata ad avere una flotta di automobili prodotte in Italia. Una proposta che ricalca, come al solito, il motto tanto caro ai leghisti e che viene declinato in base al tema del momento: «Prima gli italiani».
Salvini auto italiane, il tweet delle polemiche
Forse non aiutato dall’esigenza di sintesi imposta da Twitter, quanto scritto da Matteo Salvini appare alquanto complesso. Perché l’unica azienda che produce auto in Italia (fisicamente) è la DR Automobiles. Ma c’è un però: si tratta sì di un’impresa tricolore (nata in Molise), ma – come si legge anche su Wikipedia – «importa componenti di autovetture (assemblandoli su licenza) prodotti dalle case automobilistiche cinesi Chery Automobile e JAC Motors e li commercializza (rimarchiati con logo DR) nelle sue sedi italiane». Insomma, italiana sì ma non del tutto.
Ferrari, Alfa Romeo, Maserati e Lamborghini
E allora perché non la ex Fiat (ora FCA e a breve Stellantis, dopo la fusione con la casa automobilistica francese Groupe PSA). Qui subentra una questione di opportunità. L’azienda storica è italiana solo nell’ideale nostrano. Da anni ha la propria sede fiscale in Olanda, con tutte le polemiche del caso. E allora proviamo a estremizzare il pensiero di Salvini auto italiane: l’ultima opportunità di interpretazione è l’apertura alle case automobilistiche che producono in Italia (pur non pagando le tasse nel Bel Paese). E lì si aprirebbe un altro mondo. Altrimenti non ci resta che vedere la Pubblica Amministrazione alle prese con acquisti di Ferrati, Lamborghini, Maserati e Alfa Romeo. Con un costo alle stelle.