Salvini cita la Costituzione per attaccare Mattarella, ma dimentica di completare la frase

L'articolo 1 viene tagliato, perché la verità è nella seconda parte

02/02/2021 di Enzo Boldi

Come quelle persone che leggono solo i titoli e non si affaticano nel leggere un articolo intero. Matteo Salvini prova a citare la Costituzione per contestare la decisione del Presidente della Repubblica di non sciogliere le Camere e convocare le elezioni anticipate. Nel farlo, però, cita solamente la prima parte dell’articolo 1, dimenticando l’aspetto fondamentale contenuto all’interno del principio fondamentale della nostra Carta. E con questo Salvini attacca Mattarella per la sua scelta di convocare Mario Draghi al Quirinale per un colloquio (e per dargli il mandato per la formazione di un governo, previa passaggio Parlamentare).

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«”L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al Popolo…”. Articolo 1 della Costituzione Italiana», twitta Matteo Salvini pochi istanti dopo l’annuncio del Capo dello Stato, con tanto di bandierina italiana.

Ovviamente, come tutti sanno (e glielo stanno facendo notare nei commenti) il leader della Lega fa una citazione monca dell’articolo 1 della nostra Carta.

Salvini attacca Mattarella citando la Costituzione, ma ne dimentica un pezzo

Perché la citazione corretta sarebbe dovuta essere: «L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione». Nelle forme e nei limiti della Costituzione che consentono al Capo dello Stato di non sciogliere le Camere e proporre un nome per un governo istituzionale (specialmente con una crisi pandemia in atto).

«Che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione»

Sappiamo (o speriamo) che il leader della Lega sia a conoscenza dell’intero testo dell’articolo 1 della nostra Costituzione. Ma, citandolo per intero, non avrebbe aizzato la classica macchina social per gli insulti al Presidente della Repubblica che ha preso una decisione contemplata tra i suoi poteri.

 

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