Sallusti a ‘Otto e mezzo’: «Dichiararsi fascista non è reato» | VIDEO
07/05/2019 di Enzo Boldi
Alessandro Sallusti ha partecipato, come spesso gli capita, alla trasmissione Otto e Mezzo di Lilli Gruber, in onda ogni sera dopo il Tg di La7. Parlando del caso della casa editrice Altaforte, molto vicina a CasaPound e il cui titolare ha confermato la sua visione nostalgia del fascismo, ha detto che non ci vede nulla di male nella scelta di Chiara Giannini – l’autrice del libro-intervista sul leader della Lega – di affidarsi all’editore del movimento neofascista e che, comunque, non c’è nulla di male a dichiararsi fascisti.
Anzi, il direttore de Il Giornale ha anche rincarato la dose dicendo che chi protesta contro la presenza di Altaforte al Salone del Libro di Torino, è fascista. Il motivo è questo: «È fascista chi si non lascia libertà di opinione». Un cortocircuito. Se essere fascisti non è reato – anche se la legge Mancino del 1993 dice ben altro, dato che punisce «l’esaltazione di esponenti, principi, fatti o metodi del fascismo» – non può essere criticato neanche chi si oppone alla presenza della casa editrice vicina a CasaPound.
#sallusti a #ottoemezzo “non è reato dichararsi fascista…”https://t.co/bv73o4vj50 pic.twitter.com/S2O1sukool
— Moreno (@JosipTitoBroz) May 7, 2019
Sallusti e il paragone Salvini-Altaforte e D’Alema-Mondadori
Poi, a fine trasmissione, ha provato a fare un paragone tra la scelta editoriale attorno al libro-intervista a Matteo Salvini e quella fatta in passato da Massimo D’Alema: «Perché si fa tutta questa polemica su Altaforte e nessuno dice nulla su D’Alema che scelse Mondadori per pubblicare i suoi libri». Un paragone non calzante, come sottolineato anche dalla conduttrice e dagli altri due ospiti di serata – Antonio Padellaro e Donald Sassoon -, data la grandezza e il rilievo tra i due editori che non può essere minimamente paragonabile. Inoltre, Altaforte si è dichiarata esplicitamente fascista e nostalgica, così come chi la guida.
(foto di copertina: da diretta Otto e Mezzo, La7)