Sallusti e il «sesto governo, in sette anni, non eletto dai cittadini» | VIDEO
25/11/2019 di Enzo Boldi
Ripetiamo insieme: in Italia gli elettori non sono chiamati alle urne per decidere il governo, ma solamente per formare il Parlamento attraverso le loro preferenze. Le parole di Alessandro Sallusti a L’Aria che Tira, infatti, possono essere fraintese viaggiando in bilico tra un pensiero populista (quello che vive molto sui social sui famosi Esecutivi non eletti dal popolo) e uno riformista che vorrebbe vedere la formazione dei governi in base alla volontà popolare. Insomma, si dovrebbe votare per l’Esecutivo e non per il Parlamento.
LEGGI ANCHE > Sallusti spiega l’Ilva: «Decisione importante affidata a un ragazzino che fino a 4 anni prima vendeva bibite»
La differenza, però, sta nelle parole utilizzate. Nel corso del suo intervento a L’Aria che Tira, su La7, il direttore de Il Giornale è tornato a parlare dl governo Conte-2, sottolineando come si tratti del sesto esecutivo (in sette anni) non eletto dal popolo. L’ultimo votato, secondo Alessandro Sallusti, è il Berlusconi IV, quello che poi venne sostituito da Mario Monti con tutte le conseguenze di cui la storia recente dell’Italia narra ancora.
Alessandro Sallusti e i governi non eletti
Il direttore de Il Giornale fa dunque riferimento a quegli esecutivi guidati da Mario Monti, Enrico Letta, Matteo Renzi, Paolo Gentiloni e il bis offerto da Giuseppe Conte. Tutti non eletti, come gli altri nella storia della Repubblica Italiana. Quando il popolo è chiamato alle urne, infatti, si decidono le maggioranze e le opposizioni alla Camera al Senato. Solo in base a quello, poi, si può formare un governo che, non a caso, per avviare i suoi lavori (e sopravvivere nell’arco dell’intera legislatura) deve fare i conti con i voti di fiducia in Parlamento.
Non si vota per il governo, ma per il Parlamento
Quindi, ancora una volta, ripetiamo insieme: in Italia gli elettori non sono chiamati alle urne per decidere il governo, ma solamente per formare il Parlamento attraverso le loro preferenze. Eppure è abbastanza elementare e lo sarà fino a che non si deciderà di rivoluzionare il sistema elettorale (e costituzionale) nel nostro Paese.
(foto di copertina: da diretta La7)