Rula Jebreal e il suo monologo a Sanremo: «Lo devo a mia madre, morta suicida dopo le violenze subite»

04/02/2020 di Enzo Boldi

Dall’elogio al «coraggio di Amadeus» alle anticipazioni del monologo che reciterà questa sera sul palco dell’Ariston, con annessi retroscena di vita privata che ‘giustificano’ la sua presenza a Sanremo 2020. Rula Jebreal, in un’intervista al settimanale Vanity Fair, ha parlato di come la sua storia personale abbia visto molto da vicino i segni e le cicatrici della violenza sulle donne. E, per questo motivo, il suo discorso al Festival della Canzone non sarà politico – come invece sospettavano i sovranisti -, ma sociale per denunciare una piaga globale.

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Non sarà un discorso legato alla destra o alla sinistra, dunque. I femminicidi, le violenze fisiche e psicologiche sulle donne e l’atteggiamento patriarcale e maschilista della società – che si evolve a passi pachidermici sotto questo aspetto – sono i temi su cui si snoderà il suo monologo sul palco dell’Ariston di questa sera. Un tema che da anni è di stretta attualità: basta, infatti, aprire ogni giorno le pagine di quotidiani o i siti di informazione online per capire quanto questa piaga sia ben lontana dall’essere rimarginata.

Rula Jebreal, il monologo e la morte della madre

«Mia mamma si è tolta la vita dopo un’infanzia di violenze tra i 13 e i 18 anni – ha detto Rula Jebreal nella sua intervista -, nessuno le aveva creduto per salvare ‘l’onore’ della famiglia». Una vicenda triste e dolorosa per la giornalista che, però, si rispecchia in molte delle vicende di cronaca quotidiana. Un’esperienza personale che, inevitabilmente, ha segnato la propria esistenza. Per questo motivo – e anche perché lo deve a sua figlia – il tema principe del suo monologo sarà da ascoltare attentamente, senza dietrologie politiche.

L’elogio al coraggio di Amadeus

Infine, dopo le polemiche delle ultime settimane per qualche frase ritenuta fuori luogo pronunciata da Amadeus nel corso della conferenza stampa di presentazione di Sanremo 2020, Rula Jebreal ringrazia il direttore artistico e conduttore: «Ha fatto la scelta coraggiosa di chiamare dieci donne a condurre con lui, e mi auguro che per le prossime edizioni ci siano direttrici artistiche».

(foto di copertina: da profilo Instagram)

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