Tav, Roberto Fico: «La battaglia M5S è identitaria, non ideologica»
09/03/2019 di Enzo Boldi
Quando Roberto Fico spiega che il No Tav del Movimento 5 Stelle è una battaglia identitaria c’è da credergli. Tra i monti della Val di Susa, in Piemonte, i pentastellati hanno iniziato la loro ascesa culminata il 4 marzo 2018 con il maggior numero di preferenze, rispetto agli altri partiti, alle scorse elezioni Politiche. Il no alla Torino-Lione è contenuto anche nell’inno ufficiale M5S scritto dal rapper Supa. Ed è per questo che lo scontro tra Luigi Di Maio e Matteo Salvini ha provocato una profonda crisi di governo, seppur non ritenuta tale da Davide Casaleggio.
«Il no alla Tav non è un atto ideologico, è una battaglia identitaria del Movimento 5 Stelle e quindi ne comprendo bene la durezza», ha detto Roberto Fico rispondendo a una domanda a margine di un convegno sulla criminalità minorile nel circolo Posillipo di Napoli. Il presidente della Camera c’era fin dai primi vagiti del M5S, quando il Movimento era nato come un atto di ribellione alla vecchia classe politica, andando a incontrare le esigenze dei cittadini e dare voce a chi si sentiva lasciato solo dallo Stato.
Roberto Fico ribadisce il no del M5S alla Tav
«C’era anche Beppe Grillo. Non era una posizione ideologica o per dire no a qualcosa. Era per dire di cambiare rotta rispetto a delle opere che non servono e non servivano, con documenti concreti e sostanziali – ha proseguito Roberto Fico -. Tutto il gruppo parlamentare andò a visitare i cantieri della Tav per comprendere a che punto ci trovavamo, ma per dire l’ennesimo no documentato e non ideologico alla Tav. È una lotta che ha attraversato ogni periodo storico, dai meetup al Movimento, ogni regione che ha contribuito a creare a far nascere e a far crescere il MoVimento 5 stelle, e non è un atto ideologico».
Il governo è stabile
La questione Tav continua a scaldare il governo, soprattutto dopo i botta e risposta degli ultimi due giorni tra i due leader Di Maio e Salvini. Roberto Fico, però, è sicuro della solidità di questa maggioranza: «La legislatura è saldamente in piedi e semmai avverrà qualcosa, la parola passerà sempre al Presidente della Repubblica. Non parlo del voto. Le questioni di voto non stanno mai a me dirle. In ogni caso si sta andando avanti, i provvedimenti sono agli atti, lunedì si continuerà il lavoro in modo assolutamente normale».
(foto di copertina: ANSA/RICCARDO ANTIMIANI)