Le rivendicazioni di NoName057 in cui si citano «Giorgio Meloni» e Frattasi

Il collettivo di hacker filorussi hanno riempito i propri canali Telegram con messaggi contro l'Italia, festeggiando per gli attacchi DDoS ad Atac e MIT (tra i tanti)

23/03/2023 di Enzo Boldi

Come già accaduto alcune settimane fa, anche in occasione delle dimissioni di Roberto Baldoni dall’incarico di direttore dell’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale, sono arrivate le (quasi) puntualissime rivendicazioni da parte del collettivo di hacker filorussi NoName057. Gli hacktivisti hanno attribuito a loro stessi e al loro lavoro le offensive DDoS nei confronti di numerosi portali: da Atac (bloccando anche la possibilità di acquistare biglietti online) ad Aeroporto di Bologna, passando per il Ministero dei Trasporti, l’Autorità di regolazione dei trasporti e questa mattina anche i siti di Corte Costituzionale e Polizia Postale (quest’ultimo, però, risulta essere funzionante). Nei loro messaggi pubblicati all’interno dei diversi canali Telegram (ne esiste uno in lingua russa, uno in inglese e uno di riserva), hanno fatto espressamente riferimento alle recenti dichiarazioni in Parlamento fatte dalla Presidente del Consiglio Giorgia Meloni sulla guerra in Ucraina e al nuovo direttore di ACNBruno Frattasi.

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Nel loro gergo scanzonato, accompagnato dal simbolo dell’orso, le più recenti rivendicazioni NoName057 su Telegram sono partite da quella in cui si annunciava l’attacco DDoS nei confronti del sito del Ministero dei Trasporti. Ed è lì che arriva il riferimento al ruolo dell’Italia nella guerra che la Russia prosegue da 13 mesi contro l’Ucraina.

Si fa esplicito riferimento a una notizia diventata nota nei giorni scorsi su un addestramento di soldati ucraini su un sistema antimissili italo-francese, si citano le parole di Giorgia Meloni (con il nome, per un evidente errore di traduzione, declinato al maschile “Giorgio”) sul conflitto russo-ucraino e si invia un chiaro messaggio al direttore di ACN.

Rivendicazioni NoName057, il riferimento a Meloni e Frattasi

Il testo del messaggio che ha inaugurato la giornata di mercoledì 22 marzo, infatti, è piuttosto chiaro, così come tutti gli altri che nelle ultime 24 ore si sono susseguiti su Telegram.

«20 soldati ucraini sono stati addestrati con il Samp-T in Italia. Il primo ministro italiano Giorgio Meloni ha espresso l’opinione che non siano ancora mature le condizioni per l’avvio del processo negoziale per un accordo in Ucraina.
Ma i nostri missili DDoS per il segmento Internet russofobo italiano sono maturati.
Frattasi, stiamo arrivando!
Il portale del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti è già andato giù dopo il nostro attacco».

Da quel momento in poi, quel canale Telegram si è riempito di rivendicazioni NoName057. Ed è arrivato anche un altro riferimento alla nuova guida di ACN. Con tanto di immagine esplicativa (uno scolapasta sulla testa di Bruno Frattasi e rappresentare i “buchi” dei portali istituzionali italiani) e un commento ripreso dalla rete: «Bravi. il sistema informatico italiano rappresenta un colapasta pieno di buchi».

Dopo il MIT, infatti, il collettivo di hacker filorussi ha rivendicato la paternità degli attacchi all’Autorità per la regolamentazione dei Trasporti, il sito di ATAC (l’agenza dei trasporti pubblici della capitale), l’aeroporto di Bologna e – questa mattina – i portali della Corte Costituzionale e del Commissariato di Polizia Postale.

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