La maggioranza si spacca sulla prescrizione, passa solo il nuovo processo civile

Il vertice notturno a Palazzo Chigi non ha sortito gli effetti sperati. La riforma della giustizia continua a procedere a rilento, colpa della prescrizione che spacca in due la maggioranza. Alfonso Bonafede però ha speranza e lancia due soluzioni «per venire incontro al Pd».

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Alfonso Bonafede propone la “morte” della prescrizione dopo il primo grado, e il Partito Democratico non ci sta. I dem lanciano la controproposta: mantenere due prescrizioni, compresa quella “processuale” secondo la quale l’appello non potrà avere durata superiore a più di due anni, uno solo in Cassazione, con distinzione tra condanna e assoluzione. Ma il Movimento 5 Stelle dice no.

In questo ping-pong continuo, a rimanere affossata è la riforma della giustizia. Uno stallo dovuto soprattutto alla spina della prescrizione, sulla quale si è arenato anche l’incontro iniziato nella serata di martedì 19 novembre a Palazzo Chigi. Ecco allora che il ministro della giustizia Alfonso Bonafede mette sul tavolo due soluzioni, «per venire incontro al Pd». «Per gli assolti in primo grado ci sarà una corsia preferenziale in appello, una trattazione urgente, che durerà solo pochi mesi» ha spiegato il guardasigilli, aggiungendo anche che «sarà agevolata la possibilità di accedere all’indennizzo, che già esiste, qualora ci sia uno sforamento dei termini». Queste le concessioni, che però al Partito Democratico non bastano.

Da quel vertice durato tre ore, è uscito un solo accordo: quello sul nuovo processo civile. Bonafede dichiara che si tratta di «una riforma importante che chiedono i cittadini, gli imprenditori, perché è fondamentale per gli investimenti e perché dimezza i tempi del processo»,  e che «andrà probabilmente in Consiglio dei ministri già la prossima settimana».  Ma fino a quando non si risolve il nodo della prescrizione, non resta che aspettare a cantar vittoria.

(Credits immagine di copertina: ANSA/MASSIMO PERCOSSI)

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