Governo bloccato sul testo di Bonafede, la Lega: «No ai cittadini in ostaggio della giustizia»
01/08/2019 di Gaia Mellone
Passata la mezzanotte, non passano le tensioni. Il Consiglio dei Ministri durato 9 ore si conclude con un pugno di mosche: al centro delle litigate e delle discussioni la riforma della giustizia. A fare la parte del leone è la Lega, che si batte contro il testo dei grillini, concedendo infine il via libera solamente a due capitoli del testo: il nuovo sistema elettorale e le regole del processo civile.
Il nodo della lite sarebbe la prescrizione
Sì della Lega in Cdm alla nuova riforma elettorale, nonostante il testo sia stato ritenuto incostituzionale dai magistrati. Sì anche alle nuove regole del processo civile promosse dal premier Giuseppe Conte, che però passa «salvo intese», quella risposta che permette di non dire che non si è giunti ad un accordo, ma nemmeno che ci sia l’intenzione di farlo. È il presidente del Consiglio che durante il Cdm cerca di placare gli animi, sostenendo che non basta la riduzione del processo da 9 a 6 anni, superati i quali i giudici rischiano un illecito disciplinare.
Ma di poca intesa ce n’è anche nelle versioni post Cdm: il ministro della giustizia Alfonso Bonafede, pur mostrandosi decisamente seccato dai «tanti no» sentiti in serata, conferma la sua «assoluta disponibilità a modifiche» mentre Lega si professa «per lo stato di diritto, per tempi certi della giustizia». «Servono manager nei tribunali che garantiscano il rispetto dei tempi» e «nuove regole sulle intercettazioni, la separazione delle carriere» incalza il partito del Carroccio che non vuole «cittadini in ostaggio a vita della giustizia».
Governo bloccato sul testo di Bonafede, la Lega: «No ai cittadini in ostaggio della giustizia»
Il nodo da sciogliere sarebbe quindi proprio il passaggio sulla prescrizione, che Salvini e Bongiorno avevano già fatto slittare, con un accordo, a gennaio 2020. Poi con il caso Siri e e Moscopoli, ora il Carroccio stringe anche sulle intercettazioni. L’unica soluzione, al momento, sembra quella proposta dalla Lega: «Prendiamoci del tempo»
(credits immagine di copertina: ANSA/ALESSANDRO DI MEO)