Richard Gere sui migranti a bordo della Open Arms: «Ho sentito storie orribili dalle donne»

I migranti a bordo della Open Arms «hanno tutti toccato il mio cuore. Ho parlato con un gruppo di donne sulla nave: una nonna, con la figlia e i nipotini e la loro storia è orribile. Hanno minacciato di fare del male al resto della famiglia se la mamma dei bambini non si fosse concessa sessualmente più volte e lei si è sacrificata». L’ha detto l’attore Richard Gere a Lampedusa, partecipando alla conferenza stampa convocata da Open Arms.

Richard Gere: «Salvini? Non mi interessa, i politici demonizzano queste persone»

«A differenza di quello che dicono i politici, i governi e qualche giornale, la maggior parte dei migranti sono cristiani», continua l’attore. «Non sono interessato a Salvini, i politici invece di aiutare queste persone le demonizzano e questo deve finire e può finire se lo facciamo finire noi. Il mio unico interesse è aiutare questa gente. Basta. Non sono italiano e sono restio a parlare della situazione politica italiana odierna. Anch’io vengo da un paese dove la situazione politica è bizzarra e dove viene demonizzato chi arriva dal Messico, da El Salvador, da Panama, dall’Honduras. Sembra che ci sia una generazione di politici che mette la propria energia nel dividere le persone, come se nel dividere ci fosse del guadagno, che è una cosa idiota. Ma siamo tutti interdipendenti. Dopo 8 giorni le 121 persone sulla Open Arms avevano bisogno di mangiare e bere. Amo moltissimo gli italiani, la vostra generosità e la gioia di vivere. Eppure ho notato che qualcosa è cambiato. Ci sono state delle difficoltà per arrivare, con una barca, per portare viveri, alla Open Arms. La prima barca che avevamo trovato non ci ha accompagnati perché temeva ripercussioni».

Richard Gere: «A bordo situazione grave, senza la Open Arms queste persone sarebbero morte»

«Deve essere interrotta questa situazione di stallo della Open Arms, adesso. A bordo la situazione è grave, ci sono persone che vivono ammassate tra di loro e se la condizione non è peggiore è grazie ai volontari della nave. Tutti noi che siamo saliti a bordo e abbiamo potuto notare che le 121 persone sono state accudite bene dalla Open Arms, mangiano 3 volte al giorno e sembra che stiano bene. Poi ti rendi conto che sono sulla barca strettissime, il contatto fisico è ravvicinato e c’è un rumore forte. È ovvio – ha affermato l’attore – che l’equilibrio è pronto a rompersi per cui questa situazione deve essere interrotta adesso. La situazione è grave, molte di queste persone sono state già su delle barche, sono state riportate in Libia e torturate e poi di nuovo in viaggio. Se non ci fosse stata l’Open Arms queste 121 persone sarebbero morte. Queste persone non hanno la visione del futuro, hanno solo l’immediata esigenza di lasciare il posto degli orrori dove sono stati in Libia e sono pronti a morire per fare questo».

Richard Gere: «Mio figlio colpito dal cuore degli operatori della Open Arms»

«Mio figlio che è qui con me a Lampedusa è rimasto molto colpito da questa vicenda e soprattutto dagli operatori di Open Arms, che hanno un cuore enorme oltre a una grande professionalità: io stesso dopo questa esperienza farò ancora di più».

Richard Gere: «Non potevo credere all’odio degli italiani»

«Ero in vacanza vicino Roma con la mia famiglia, quando ho sentito quanto stava accadendo e del decreto passato in Italia, non potevo credere che i miei amici italiani potessero tirare fuori questo odio – ha aggiunto l’attore americano – Open Arms l’ho conosciuta qualche anno fa a Barcellona. Non è la prima volta che vengo a Lampedusa, ho già visitato, anni fa, l’hotspot, e ho conosciuto le orribili storie dei rifugiati».

[CREDIT PHOTO: ANSA/ELIO DESIDERIO]

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