L’intervista a Riccardo Cucchi sui disservizi di DAZN: «Più piattaforme per avere più possibilità di scelta»

La voce storica di Tutto il calcio minuto per minuto ha commentato i recenti problemi di DAZN e ha proposto delle soluzioni e alternative possibili

05/01/2023 di Giordana Battisti

Riccardo Cucchi è un giornalista e famoso radiocronista sportivo che ha lavorato alla RAI dal 1979 al 2017, quando ha fatto la sua ultima radiocronaca a Tutto il calcio minuto per minuto, la popolare trasmissione radiofonica di Rai Radio 1. A partire dal 1994 ha lavorato come radiocronista della Nazionale italiana e come “prima voce” di Tutto il calcio minuto per minuto. Nel corso degli ultimi anni ha spesso espresso, anche tramite alcuni tweet, le sue perplessità riguardanti DAZN, la società che gestisce il servizio a pagamento di streaming di eventi sportivi e che trasmette in esclusiva gran parte delle partite del campionato di Serie A maschile. Lo scorso febbraio Cucchi aveva già rilasciato a Giornalettismo delle dichiarazioni riguardanti la trasmissione in streaming delle partite di calcio e in particolare i disservizi di DAZN. Lo abbiamo contattato in seguito ai malfunzionamenti di DAZN durante la partita di calcio tra Inter e Napoli di ieri e che Cucchi ha commentato in un tweet.

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L’intervista a Riccardo Cucchi: «La pretesa dell’utente di vedere è un diritto»

«Io sono favorevole a ogni tipo di sviluppo tecnologico e credo che tutti dovremmo esserlo. La tecnologia migliora la nostra vita: io appartengo a una generazione che ha vissuto solo con la radio e quindi credo che i giovani di oggi siano più fortunati proprio perché hanno tante possibilità legate allo sviluppo tecnologico. Non si può essere scettici sui vantaggi della tecnologia». Questa è la doverosa premessa fatta da Riccardo Cucchi prima di commentare l’argomento di cui si parla ormai da tempo, quello dei numerosi malfunzionamenti di DAZN segnalati dagli utenti. Secondo Cucchi si tratta dunque di un problema specifico legato alla decisione di assegnare la trasmissione delle partite del campionato di Serie A a DAZN: «Il problema non è il sistema in sé ma capire se può funzionare e quindi capire se un abbonato che paga regolarmente la quota pattuita riesce o meno ad avere un servizio funzionante. Io credo che sia un diritto automatico: se pago per vedere, devo avere un servizio efficiente».

La radio, spiega Cucchi, mantiene ancora oggi il suo fascino ma verosimilmente può costituire solo un’alternativa alla televisione e non può sostituirla: «Se abbiamo la possibilità di vedere, naturalmente preferiamo vedere. Non credo si possa pensare che la radio possa sostituire la televisione ma può essere una valida alternativa in alcuni casi in cui l’utilità della radio prevale, come quando si è in auto». Un aspetto importante della radio, spiega Cucchi, è che consente a chi non può pagare delle somme che talvolta sono molto elevate di seguire comunque il campionato di calcio: «È in questo che la radio mantiene la sua funzione di servizio pubblico».

Uno dei problemi più rilevanti secondo Cucchi è che, di fatto, non c’è possibilità di scelta. DAZN trasmette in esclusiva le partire del campionato di Serie A e all’utente viene chiesto di sottoscrivere un abbonamento: «Se ci fosse possibilità di scelta l’utente potrebbe decidere di cambiare piattaforma», afferma Cucchi, «ma questa possibilità non c’é e per questo se si paga e non si riesce a vedere viene leso un diritto dell’utente. La pretesa dell’utente di poter vedere è un suo diritto».

Il calcio è ormai una grande risorsa economica e questo aspetto è caratteristico dell’attualità dunque non è possibile ragionare sul modo in cui vengono trasmessi gli eventi sportivi in streaming senza prendere il considerazione questo aspetto. Di conseguenza, è difficile illudersi che la trasmissione degli eventi sportivi possa essere considerata “servizio pubblico”, appunto. Il calcio ad oggi si basa sulla grande risorsa delle immagini, importanti anche per gli sponsor, spiega Cucchi: «È qualcosa che si può criticare ma non è possibile pensare di tornare indietro». Una soluzione secondo Cucchi potrebbe essere quella fine dell’esclusiva: «Si può riflettere su questo passaggio nuovo per il futuro. Sarebbe legittimo che più piattaforme avessero il diritto di trasmettere il calcio e che l’utente avesse la possibilità scegliere in base alla qualità del servizio ma anche in base ai diversi sistemi di trasmissione disponibili: satellite, digitale, streaming. Io credo che l’utente abbia il diritto di scegliere».

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