Il comitato tecnico-scientifico sugli stadi: «Ripensiamo ad Atalanta-Valencia, riempirli è una follia»

Le reazioni dopo la prima concessione dei governatori delle regioni sui mille posti assegnati

21/09/2020 di Gianmichele Laino

Non è un mistero che la decisione di alcune regioni di concedere una riapertura stadi – sebbene molto parziale – al grande pubblico, al momento limitata a 1000 spettatori, trovi l’opposizione del comitato tecnico-scientifico. In questi giorni, la fuga in avanti di Stefano Bonaccini – che ha dato il là a decisioni analoghe di altri governatori sugli accessi limitati agli eventi sportivi all’aperto – non è piaciuta al team di esperti che, dall’inizio della pandemia, sta cercando di contenere la diffusione del virus in Italia.

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Riapertura stadi, il comitato tecnico-scientifico è fortemente contrario

E a lanciare un monito piuttosto forte è Agostino Miozzo dalle colonne del Corriere della Sera. Il coordinatore del comitato tecnico-scientifico agita come spauracchio uno dei precedenti più noti che hanno avuto un ruolo importante nella diffusione del coronavirus in Italia: «Non dobbiamo dimenticarci – dice in un’intervista a Fiorenza Sarzanini – le conseguenze drammatiche che ha avuto la partita Atalanta-Valencia del 19 febbraio scorso. In questo momento abbiamo altre priorità e riempire gli stadi sarebbe una follia».

Ovviamente, il coordinatore del comitato tecnico-scientifico non si riferisce allo scenario dei mille posti concessi a ogni impianto. Il problema si pone con volumi di pubblico molto più ampi. È vero che all’epoca di Atalanta-Valencia – che ha innescato una filiera di contagi importanti, sia nella bergamasca, sia in Spagna a causa dei tifosi arrivati in trasferta a Milano – non c’era alcuna misura di protezione individuale.

Riapertura stadi, le riflessioni anche nel resto d’Europa

Ma lo stadio resta comunque un ambiente difficilmente controllabile. Con una capienza più ampia, ci sarebbero problemi legati alla distanza sociale tra le persone, ma anche nei momenti topici della partita, come le esultanze o le proteste, sarebbe molto complesso controllare il corretto rispetto delle norme di distanziamento sociale.

Miozzo sottolinea come anche in altri Paesi europei ci sia un’ampia riflessione sulla possibile riapertura degli stadi, data per certa in questo periodo estivo. Il Regno Unito, ad esempio, ha rimandato la riapertura e anche in Germania ci si interroga sull’estensione al 20% della capienza degli impianti: «Non possiamo – è il messaggio finale – vanificare gli sforzi che sono stati fatti fino a questo momento per tenere sotto controllo in Italia la curva dei contagi, che comunque è destinata a risalire nei prossimi giorni».

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