L’Unione Europea inizia a riaprire i confini (ma non a Stati Uniti, Russia, Brasile e India)

30/06/2020 di Enzo Boldi

Da domani, mercoledì 1° luglio, ci sarà una parziale riapertura confini UE. L’accordo è stato siglato in serata e prevede la riapertura delle frontiere per i cittadini provenienti da 15 Nazioni. Nell’elenco, come prevedibile per via della curva dei contagi, non compaiono Stati Uniti, Russia, Brasile e India. Anche Israele, per gli stessi motivi, resta fuori da questa lista. Discorso diverso per la Cina: sì alla ripresa dei viaggi da e per il Paese orientale, ma solo se cancelleranno l’obbligo di quarantena previsto dalle istituzioni locali.

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Le quindi Nazioni su cui è stato trovato l’accordo sono: Algeria, Australia, Canada, Georgia, Giappone, Montenegro, Marocco, Nuova Zelanda, Ruanda, Serbia, Corea del Sud, Tailandia, Tunisia, Uruguay e Cina. Quest’ultimo caso, però, presenta un asterisco. La riapertura confini UE con il Paese orientale ci sarà a una sola condizione di reciprocità: anche loro dovranno abolire l’obbligo di quarantena previsto per tutti i cittadini dell’Unione Europea che si spostano in Oriente.

Riapertura confini UE, e l’Italia che fa?

La decisione non è vincolate per tutti i Paesi che fanno parte dell’Unione Europea. Ogni singolo stato, infatti potrà decidere autonomamente se riprendere i contatti con i 15 Paesi inseriti nell’elenco che risultano quelli a minor rischio per l’esportazione di nuovi contagi. Per questo motivo, secondo quanto riporta La Repubblica, l’Italia potrebbe mettersi in una posizione attendista e non riaprire da domani le sue frontiere con i Paesi extra-europei o di scegliere strumenti di controllo più accurati. Il rischio, infatti, è che alcune persone possano far scalo in altre città europee, prima di arrivare nel nostro Paese per via della libera circolazione nell’area di Schengen. Per questo motivo si sta pensando a controlli capillari per verificare la provenienza dei turisti e, in caso di provenienza da Paese extra-Ue, procedere con la quarantena.

(foto di copertina: da Pixabay)

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