I legislatori dell’UE inaspriscono i trasferimenti di criptovalute
Le società di criptovalute dovranno ottenere, conservare e presentare, i dati di coloro che sono coinvolti nei loro trasferimenti di criptovalute
01/04/2022 di Martina Maria Mancassola
Restrizioni sulle criptovalute: ieri i legislatori dell’Unione Europea si sono mostrati a sostegno di misure di salvaguardia più severe per i trasferimenti di bitcoin e di altre criptovalute. Due commissioni del Parlamento europeo hanno lanciato compromessi tra i partiti da votare. L’exchange di criptovalute Coinbase Global Inc avverte che le misure inaugureranno un regime di sorveglianza che potrebbe soffocare l’innovazione.
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Restrizioni criptovalute per evitare illegalità e sconvolgimenti del mercato economico mondiale
Il settore delle criptovalute, che conta 2,1 trilioni di dollari, è uno spazio ancora soggetto a normative disarticolate e non precise in tutto il mondo. Le cariche politiche mostrano molta attenzione a questo mondo perché il timore è che bitcoin e altre criptovalute possano destabilizzare la stabilità finanziaria dei paesi e dell’economia mondiale e, inoltre, essere impiegati per supportare varie forme di criminalità. L’anno scorso, la Commissione Europea per la prima volta proponeva che le società di criptovalute avrebbero dovuto ottenere, conservare e presentare informazioni e dettagli su coloro che venivano coinvolti nei loro trasferimenti. Secondo Ernest Urtasun, deputato del Partito dei Verdi spagnolo che sostiene questa proposta, la stessa ha l’obiettivo di rendere più facile l’identificazione e la segnalazione di transazioni sospette, il congelamento di risorse digitali e di limitare le transazioni ad alto rischio.
La Commissione, in quell’occasione, aveva proposto di applicare la regola a trasferimenti di valore pari o superiore a 1.000 euro ($ 1.116), ma in base ad un patto tra le parti questa regola «de minimis» veniva presto eliminata. Ciò portò ad inglobare tutti i trasferimenti nell’ambito di applicazione delle regole europee. Urtasun ha dichiarato che la rimozione della soglia minima lascia il disegno di legge conforme alle regole della Task Force di azione finanziaria globale, che stabilisce gli standard per la lotta al riciclaggio di denaro. Questo obbligherà le aziende crittografiche a raccogliere e condividere i dati sulle transazioni che passano da loro.
L’aver eliminato la soglia minima dal disegno di legge, secondo Urtasun sarebbe, oltre che legittima, necessaria perché l’esenzione per i trasferimenti di basso valore non sarebbe del tutto appropriata, dal momento che gli utenti di criptovalute potrebbero violare indirettamente, cioè eludere, le misure dando vita ad un numero quasi illimitato di trasferimenti. Ci sono, infatti, anche piccole somme di criptovalute coinvolte in trasferimenti nel mercato illegale. I comitati dei legislatori hanno, poi, anche raggiunto l’accordo su nuove disposizioni che interessano i portafogli crittografici detenuti da individui (e non dagli scambi), e su quelle che disciplinerebbero la creazione di un elenco dell’UE di fornitori di servizi di criptovalute ad alto rischio o non conformi.
Come sostenuto pochi giorni fa dal Chief Legal Officer di Coinbase, Paul Grewal, erano i contanti tradizionali e non le criptovalute che tempo fa sostenevano e nascondevano i crimini finanziari, ma oggi non pare più così, data l’enorme diffusione delle criptovalute. Gli stati dell’UE ovviamente dovranno dire la loro sulla versione finale della legge, da parte del Parlamento, ma i paesi avrebbero già concordato tra di loro l’assenza di soglie minime che, dunque, non escluderebbero nessuna azienda dalle nuove misure.