Matteo Richetti chiede di abolire il reddito di cittadinanza
09/10/2019 di Enzo Boldi
Il richiamo a non fare proclami, annunci e polemiche non è durato nemmeno 24 ore. Questa mattina Laura Castelli ha violato la richiesta fatta da Luigi Di Maio di mantenere i fari spenti su Def e le sue note di aggiornamento. Ma anche al di fuori dell’espressa maggioranza parlamentare non mancano le picconate. Oggi al Senato il senatore di Matteo Richetti ha rilasciato una nuova dichiarazione che ricorda le vecchie battaglie del Pd contro il M5S: non confermare il reddito di cittadinanza nella prossima Manovra.
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Punto e capo. Ricominciando da zero. Perché il Partito Democratico – quando ancora era un’unica creatura nonostante le varie teste pensanti – aveva già espresso perplessità in passato sulla misura simbolo del Movimento 5 Stelle. Adesso, in un momento in cui anche un refolo di vento può segnare una frattura tra M5S, Pd, LeU e Italia Viva, arriva l’ennesima spallata da parte di una persona che era all’interno dei dem fino a poco più di un mese fa.
Reddito di cittadinanza, la richiesta di Richetti (Italia Viva)
«Ma come si fa a confermarlo? È un provvedimento che non produce un rimbalzo occupazionale – ha detto il senatore di Italia Viva rivolgendosi, in particolar modo, agli ex colleghi del Partito Democratico nel corso di una discussione a Palazzo Madama sulla Nota di aggiornamento al Def -. Scoraggia il lavoro, propone assistenza e crea abusi ormai certificati». Bordate, dette in modo garbato, ma che segnano inevitabilmente, riportando a galla le vecchie lotte dialettiche del Pd contro i pentastellati proprio sul reddito di cittadinanza.
I picconatori
I picconatori, dunque, non sono solamente all’interno della maggioranza, ma ce ne sono anche fuori. Arrivano spallate anche da chi non te lo aspetti, nonostante la recente rottura, e non solo dalle dure opposizioni del Centrodestra.
(foto di copertina: da video intervento a Palazzo Madama del senatore di Italia Viva Matteo Richetti)