Il futurismo di Giachetti che vota sì al taglio dei parlamentari, ma poi annuncia referendum contro

08/10/2019 di Enzo Boldi

Una mossa incoerente per apparire coerente con la lealtà assicurata nel momento in cui ha deciso di dire sì all’alleanza della sua Italia Viva (costola del Pd) con il Movimento 5 Stelle. Resta, però, abbastanza sconveniente per tutta la maggioranza il messaggio lanciato questo pomeriggio da Roberto Giachetti che, annunciando il voto favorevole al taglio dei parlamentari, ha anche detto che sta preparando una raccolta firme per proporre un referendum per abolire proprio questo taglio dei parlamentari.

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«Voterò perché sono in maggioranza e sono leale, ma non lo voto convintamente ma perché sta dentro il programma di governo – ha dichiarato Roberto Giachetti dal suo scranno di Montecitorio -. Voterò sì, ma non finisce qui: la mia lealtà si ferma qui, un minuto dopo il voto mi adopererò per raccogliere le firme per il referendum e costituirò un referendum per il no a questa riforma». Parole che ricordano l’astensione di Gianluca Paragone al Senato nel giorno della fiducia, quando disse di non dare parere contrario al governo Conte-2 solamente per senso di responsabilità, annunciando, però, la fine della sua lealtà a prescindere.

Giachetti e il voto ultra-futuristico

Detto dell’ambiguità di questa decisione, non per merito ma per puro pragmatismo, Giachetti ha voluto ricordare a tutti i parlamentari un evento del passato che è stato gettato nella spazzatura, prima di arrivare a questo taglio dei parlamentari che fattivamente agisce solamente a livello numerico e non pratico: «Con il no al referendum (quello di Renzi del 2016, ndr) avete condannato il Paese al pantano – ha detto il deputato di Italia Viva . Oggi votiamo una riforma che si basa sui numeri e non sulle funzioni, che porterà voti ma procurerà anche danni».

Un voto per placare gli istinti dell’elettorato

Dopo le accuse, Giachetti spiega anche più nel dettaglio cosa lo spingerà ad avviare la raccolta firma per il referendum contro il taglio dei parlamentari deciso anche da lui: «Si vota questa riforma perché si deve offrire lo scalpo agli istinti peggiori dell’elettorato. Ma è una truffa politica: quando si produce anti-politica è perché non si è capaci di produrre politica». Ma c’era anche l’opzione no, in partenza.

(foto di copertina: ANSA/ETTORE FERRARI)

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