Cos’è il “ravvedimento operoso” che Airbnb ha chiesto agli host per il 2022

La sanzione milionaria dei mesi scorsi non andava a coprire la fiscalità relativa al 2022: ora, c'è tempo fino al 28 febbraio

02/01/2024 di Gianmichele Laino

In principio, come abbiamo visto, fu un sequestro da 779 milioni di euro, che – tuttavia – riguardava la situazione fiscale compresa tra il 2017 e il 2021. Dal momento che la sanzione, tuttavia, è arrivata nel 2023, legittimamente bisogna chiedersi che fine avesse fatto il pregresso legato al 2022. Stiamo parlando, ovviamente, del caso di Airbnb e di quanto dovuto al fisco italiano in seguito alle leggi che hanno previsto una cedolare secca anche per gli host che si servono della piattaforma di intermediazione per gli affitti brevi. Come abbiamo osservato in un altro articolo del monografico di Giornalettismo dedicato al tema, in seguito all’accordo pattuito dal grande colosso dell’ospitalità, Airbnb è riuscito a riottenere gran parte della cifra sequestrata (che prevedeva anche more e interessi), versando nelle casse dello Stato italiano 576 milioni di euro. Come detto, però, questa cifra è stata utile a sanare la situazione che si è venuta a creare tra il 2017 e il 2021. Vediamo, invece, cosa è successo per il 2022 e perché Airbnb ha invitato i suoi utenti a effettuare operazioni di ravvedimento operoso.

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Ravvedimento operoso per gli host di Airbnb relativamente alla situazione 2022: in cosa consiste

Ovviamente, il ravvedimento operoso non è un qualcosa di nuovo, né si applica soltanto per la situazione di Airbnb. Si tratta di una situazione che è prevista dalla legge italiana dal 1990 e che consiste, nei fatti, nel ripristinare un eventuale problema di natura fiscale, sanando una posizione irregolare. Il ravvedimento operoso non corrisponde esattamente alla cifra della tassa che si sarebbe dovuta pagare: a questa, infatti, va ad aggiungersi una sanzione stabilita in misura ridotta e gli interessi sulla cifra di partenza. Dunque, la situazione fiscale viene sanata, ma con un costo aggiuntivo per il cittadino.

Airbnb ha invitato i suoi host a effettuare le operazioni di ravvedimento operoso (versando cioè il 21% di cedolare secca sugli affitti effettuati nel 2022, più sanzione e interessi) entro il 28 febbraio 2024. Lo ha fatto perché, nelle pieghe dell’accordo trovato da Airbnb con l’Agenzia delle Entrate, c’era la condizione di risolvere la posizione contributiva anche per il 2022: mentre per i 4 anni precedenti è stata la stessa azienda ad accollarsi queste spese, per il 2022 la posizione da sanare spetta all’host. Per effettuare questa operazione, bisognerà scaricare l’apposita documentazione dal sito dell’Agenzia delle Entrate ed effettuare il versamento.

Ovviamente, non è così scontato calcolare l’ammontare del ravvedimento operoso per il 2022, dal momento che quest’ultimo varia a seconda del ritardo rispetto alla scadenza. Seguendo la normativa vigente, tuttavia, si può avere un’idea approssimativa: oltre i 257 euro di imposta, la scadenza relativa al 2022 si sarebbe sdoppiata in due tranche, la prima con scadenza al 30 giugno 2023 (pari al 40% dell’importo) e la seconda con scadenza al 30 novembre 2023 (il restante 60%). Se il ravvedimento operoso dovesse effettuarsi entro il mese di gennaio 2024, allora questo andrebbe a prevedere una sanzione pari a 1/7 dell’imposta dovuta (questa è la maggiorazione prevista per chi si ravvede entro 2 anni dalla violazione o entro il termine della dichiarazione relativa all’anno successivo a quello in cui è commessa la violazione). Il tempo trascorso dalla scadenza, insomma, è funzionale a definire l’ammontare del ravvedimento operoso (e questo vale anche per sanzioni inferiori ai 257 euro che, solitamente, si pagano in un’unica soluzione con scadenza al 30 novembre).

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