Ranucci di Report attaccato dagli hacker: «Non voglio pensare che c’entri la mia inchiesta su Moscopoli»

A leggere l’intervista a Sigfrido Ranucci, pubblicata sul sito online del quotidiano La Repubblica, possiamo facilmente immaginare lo sgomento negli occhi dell’autore e conduttore di Report, programma televisivo in onda su Rai Tre.

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Ranucci e il servizio su Moscopoli

Prima di addentrarci in quello che è il fulcro del contenuto, occorre riavvolgere il nastro e fare un passo indietro. Il 21 ottobre 2019, nella puntata di Report in prima serata, Ranucci ha mandato in onda un servizio su Moscopoli, in cui tentava di far luce sui legami tra i sovranisti russi e quelli italiani (e in particolare su un presunto finanziamento russo alla Lega si Salvini) e sulla diffusione di fake news sui social network. Nei giorni successivi ci furono numerose polemiche, tanto che il servizio finì sul tavolo di discussione del cda Rai. Lega e Fratelli d’Italia attaccarono Ranucci e Report, accusandolo di aver violato le norme sulla par condicio, mentre Pd e dipendenti difesero la scelta, avvalorandola come diritto d’inchiesta.

L’intervista a Sigfrido Ranucci: le minacce legate al servizio su Moscopoli?

«Hanno violato i miei account aziendali, cellulare, email, dati anagrafici, indirizzo e mi è stato detto che gli hacker hanno agito da un Paese dell’Est europeo». Di più, al momento, non si sa. Ma nonostante la paura («Hanno provato a ottenere i miei dati anagrafici, l’indirizzo di casa mia, il numero di telefono cellulare e la mail aziendale», dice Ranucci a Repubblica), il cronista di Report vuole andare avanti: «Io mi sento libero ma un po’ più fragile, inutile negarlo, anche se questo non fermerà il mio lavoro». E alla domanda su una possibile connessione tra le minacce ricevute e la sua inchiesta su Moscopoli, Ranucci è eloquente: «Non ci voglio neanche pensare anche se è difficile credere alle coincidenze».

[CREDIT PHOTO: ANSA/ALESSANDRO DI MEO]

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