Oltre 70mila firme in pochi giorni chiedono la radiazione di Feltri dall’ordine dei giornalisti

Se da un lato bisogna registrare la reazione tiepida del presidente dell’ordine dei Giornalisti Carlo Verna alla protesta di Sandro Ruotolo e di Paolo Borrometi che hanno chiesto l’autosospensione dall’elenco dei professionisti, dall’altro c’è da fotografare la reazione del popolo del web, massiccia e convinta. In tanti, su Change.org stanno chiedendo la radiazione di Vittorio Feltri dall’ordine dei giornalisti.

Radiazione Feltri, il successo della raccolta firme

La petizione, lanciata nella serata di giovedì 20 giugno, ha già raggiunto più di 70mila firme, con l’obiettivo iniziale dichiarato di arrivare a 15mila. Sia Sandro Ruotolo, sia Paolo Borrometi – entrambi giornalisti che si battono contro la mafia e la criminalità organizzata in generale – hanno dichiarato la loro incompatibilità con la presenza nello stesso albo di Vittorio Feltri, che si era reso protagonista di un’uscita infelice su Andrea Camilleri e sul commissario Montalbano.

L’editorialista di Libero, infatti, aveva dichiarato che con la morte di Camilleri, ci saremmo liberati di quel «terrone rompicoglioni» del commissario Montalbano. Una frase che era stata riportata in un editoriale di Libero, due giorni dopo l’arresto cardiaco che aveva colpito l’autore del best seller diventato celebre anche attraverso uno sceneggiato Rai.

La protesta di Ruotolo e Borrometi contro Vittorio Feltri

Ora, mentre si aggiungono sempre più nomi illustri alla protesta dei giornalisti Ruotolo e Borrometi, la sollevazione popolare sta portando a casa migliaia di firme per la causa. Impossibile, a questo punto, che l’Ordine dei giornalisti non prenda in considerazione quanto sta accadendo a Vittorio Feltri e al mondo dell’informazione.

Nella petizione, sono stati elencati tutti i titoli più controversi di Libero che Vittorio Feltri ha contribuito a realizzare: «“Dopo la miseria portano le malattie” (rivolto ovviamente ai migranti), l’ormai tristemente celebre “Bastardi islamici” o, uscendo dal seminato delle migrazioni, robaccia come “Più patate, meno mimose” in occasione dell’8 marzo (e le diverse varianti dedicate anche a Virginia Raggi, con il “patata bollente”) o “Renzi e Boschi non scopano”. Poi gli insulti a noi del sud con il celebre “Comandano i terroni” e infine il penultimo, di qualche mese fa, “vieni avanti Gretina” (dedicato alla visita a Roma di Greta Thunberg)».

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