Quando la Postepay ti ruba i soldi

LA SENTENZA – Quindi indipendentemente dalla sicurezza, in caso di operazione fraudolenta le Poste sono obbligate a risarcire l’utente, come confermato da una sentenza dell’arbitro bancario e finanziario, organismo di risoluzione stragiudiziale delle controversie tra clienti e istituti di credito gestito dalla Banca d’Italia, emessa nel marzo 2012 e ripresa da Kataweb il quale stabilisce che chi ha subìto una frode informatica ha diritto a ottenere un rimborso da parte di Poste italiane. L’arbitro si è pronunciato sul caso di un consumatore cui sono stati sottratti 1000 euro facendo spese con la carta postale prepagata su un portale di e-commerce sito apparentemente sicuro. Nonostante Poste italiane abbia negato la sua responsabilità, l’Arbitro ha stabilito che dovrà versare 850 euro per risarcire il cliente. Al momento dell’addebito delle somme gli sono stati sottratti 1000 euro in più dalla carta.

LA STORIA – Il consumatore ha dunque sporto reclamo a Poste italiane per far valere le proprie ragioni, ma l’azienda ha negato qualsiasi responsabilità. Tramite una nota, a firma di un generico “responsabile”, i funzionari delle Poste si schermivano affermando che il rimborso non era dovuto, visti i requisiti di affidabilità della piattaforma e considerato che i codici di utilizzo della carta erano rimasti segreti: “Da verifiche effettuate – rispondeva l’ufficio reclami – è emerso che il sito viene identificato come attendibile in quanto l’esercente partecipa ai ‘protocolli 3D Secure’” il quale richiede una password prima dell’acquisto.

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