Quando Berlusconi fondò Sky

CHI MUOVEVA I FILI DI TELEPIU’ – L’ accordo venne curato dall’avvocato Giovanni Acampora, il civilista romano arrestato nei giorni scorsi nell’ ambito dell’ inchiesta Imi-Rovelli. L’ imprenditore ha spiegato di aver ricevuto i capitali dal gruppo Kirch e di aver sempre trattato con “uomini del gruppo Kirch”. Ma durante il processo l’accusa ha letto in aula una lettera inviata da Giorgio Vanoni, già responsabile delle attività estere di Fininvest ed all’epoca latitante, a Mojto. Il manager italiano scrive che i soldi per la banca tedesca provenivano a loro volta da una banca svizzera, mentre la banca del Lussemburgo, altra dispensatrice di denaro, “non sapeva”. Della Valle se la cavò rispondendo: “I soldi li ricevevo da queste tre banche. Non sapevo da chi li prendessero”.

L’ADDIO – Quando ormai la rete non serviva più a nulla, quando il socio in Mediaset Leo Kirch si liberò del fardello e toccò ai francesi di Vivendi, attraverso Canal Plus, prendere il controllo della baracca, allora Fininvest decise di farsi da parte. All’epoca Fininvest dichiarò che si sarebbe concentrata maggiormente sulla tv commerciale potenziando il proprio business anche attraverso intese internazionali. “Il gruppo Fininvest -precisò la nota del 1999- riconosce peraltro l’importanza del settore della tv a pagamento nel quale intende mantenere una presenza significativa come fornitore di contenuti”. Come dire: “addio e grazie per tutto il pesce”.

PIU’ OMBRE CHE LUCI – Allora in sostanza perché nacque Telepiù? Probabilmente per dare un senso alle frequenze acquistate da Berlusconi prima del 1990 per poi “aggiustare” a suo piacimento la situazione superando i vincoli di legge. Un piano all’apparenza perfetto ma che non ha preso in considerazione un piccolo particolare, ovvero il mercato. Cosa successe è stato già spiegato. La banda del buco svanì e la tavola imbandita rimase a disposizione di Rupert Murdoch. Si, questa televisione l’hai fondata tu, caro Silvio e la sua esistenza ricorda a tutti noi uno dei tuoi più grandi fallimenti nonché uno dei migliori magheggi finanziari della storia. Forse non è stata l’idea migliore ricordare uno dei capitoli più bui della sua vita da imprenditore in campagna elettorale.

Share this article