Le proteste anti-lockdown arrivano anche in Canada, arrestato il proprietario di un ristorante

La polizia di Toronto ha arrestato Adam Skelly dopo che per il terzo giorno consecutivo aveva tentato di aprire il proprio ristorante nonostante il lockdown

27/11/2020 di Redazione

La protesta anti lockdown arriva anche in Canada e fa salire la tensione. A Toronto infatti la polizia ha arrestato Adam Skelly, il proprietario del ristorante Adamson BBQ, per aver tentato per il terzo giorno consecutivo di aprire il suo locale al pubblico nonostante nel capoluogo dell’Ontario da lunedì sia in vigore il lockdown e i ristoranti siano autorizzato solo a fare servizio di consegna a domicilio o asporto. Skelly ora rischia fino a 100mila dollari di multa, ma sembra aver trovato un esercito di sostenitori in tutto il Paese pronto a sostenerlo finanziariamente e moralmente nella lotta contro le restrizioni per limitare la diffusione del Covid-19 a Toronto e in Canada.

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La protesta anti lockdown a Toronto e la crescita del fenomeno anti-restrizioni

La protesta anti lockdown di Skelly era iniziata lunedì con un video su Instagram in cui il proprietario di Adamson BBQ annunciava che lui avrebbe aperto nonostante le restrizioni.

Una posizione che ha subito creato polemiche con le forze di polizia che si sono presentate sul posto e dopo qualche ora hanno chiuso il locale, ripetendo lo stesso copione nei giorni successivi fino a giovedì, quando dopo aver cambiato le serrature per evitare che il proprietario aprisse il locale, lo hanno arrestato con ben nove capi d’accusa.

Nel frattempo però dietro alla figura di Skelly si è radunata tutta la frangia no-mask e anti restrizioni del Paese, che oltretutto sembra in crescita proprio mentre crescono anche i numeri dei contagi e il Paese rischia tra i 20mila e i 60mila casi al giorno per metà dicembre senza misure drastiche di contenimento.

La raccolta fondi della protesta anti lockdown

La protesta anti lockdown a Toronto e in Canada non sembra sostenere Skelly solo a parole, se è vero che oltre a presentarsi davanti al locale, alla periferia di Toronto con cartelloni e gli immancabili cappellini di Trump 2020, in molti, e non solo da Toronto, hanno donato soldi tramite una campagna sul sito Gofundme, raccogliendo oltre 28mila dollari in meno di 24 ore.

Soldi che serviranno a Skelly per pagare le multe ma che mostrano come il proprietario di Adamson BBQ e la sua irresponsabile decisione di aprire al pubblico durante il lockdown siano diventati per i no mask canadesi e per la destra estrema cospirazionista il simbolo della lotta per la libertà, con persone che su Twitter lo paragonano al cittadino cinese che fermò i carri armati a Piazza Tienanmen.

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