Il caso delle due prostitute positive al Coronavirus in Veneto

21/07/2020 di Enzo Boldi

Il rischio era dietro l’angolo e, puntualmente, quella che poteva essere solo un’eventualità si è trasformata in una pericolosa realtà. Nei giorni scorsi abbiamo parlato della escort peruviana che ha esercitato le proprie prestazioni a Modica (in provincia di Ragusa, in Sicilia), per 14 giorni. Poi i sintomi e il risultato al test (una volta arrivata a Perugia) che hanno confermato la sua infezione Covid. Ora, questa volta dal Nord Italia, arrivano altre due storie simili che rischiano di creare panico e caos: due prostitute positive in Veneto al Coronavirus.

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Le due donne hanno iniziato ad accusare i primi sintomi nei giorni scorsi, in luoghi diversi e con modalità differenti. La prima, con una sintomatologia più leggera, è stata individuata nella Riviera del Brenta e non presenta sintomi molto gravi. Per questo motivo è stato disposto l’isolamento fiduciario nella propria abitazione. Anche la seconda, attualmente ricoverata all’Ospedale San Bortolo di Vicenza, non presenta una sintomatologia grave, ma resterà in osservazione nel nosocomio.

Prostitute positive in Veneto, rischio di nuovi focolai

Le due prostitute positive in Veneto rientrano tra le 42 persone risultate positive nel conteggio quotidiano diffuso dalla Regione. Numeri che portano a un rialzo dell’indice di trasmissione (RT) ai livelli più alti d’Italia. Ma, come già accaduto con il caso di Modica, ora il rischio di nuovi focolai incontrollabili è dietro l’angolo.

La ricerca dei contatti

Sarà complicato, proprio per la delicatezza della situazione, individuare i clienti che negli ultimi giorni sono entrati in contatto con le due donne. Perché, nonostante le rassicurazioni delle istituzioni locali, servirebbe un gesto di auto-accusa da parte di quegli uomini che le hanno frequentate. Gesto che metterebbe a repentaglio rapporti familiari.

(foto di copertina: Ospedale San Bortolo di Vicenza)

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