No, non è morto (di nuovo) il principe Filippo

Il principe Filippo viene dato – ancora una volta – per morto in rete. Nella giornata di oggi non sono di certo mancate le notizie negative da Buckingham Palace, il quale ha fatto sapere che il principe Carlo è positivo al coronavirus. L’erede al trono d’Inghilterra 71enne ha accusato i primi sintomi lievi negli scorsi giorni. La conseguenza è stata la decisione di sottoporlo a tampone, che ha poi dato esito positivo nella mattinata di oggi. Insieme alla moglie Camilla i due rimarranno isolati nelle loro abitazioni in Scozia. Può essere che, in qualche modo, la diffusione della fake news sulla morte del principe Filippo sia stata alimentata da questa vicenda.

LEGGI ANCHE >>> Boris Johnson chiude il Regno Unito: «Chiusura delle attività non necessarie»

Il principe Filippo non è morto

Questa è già la seconda volta che il principe Filippo viene dato per morto. La prima risale al luglio 2018, quando la bufala si era già diffusa, facendo infuriare la Regina Elisabetta. Stavolta la voce arriva da alcuni tabloid inglesi e da Twitter, ma è già stata smentita da fonti interne a Buckingham Palace. In particolare la bufala parla del fatto che la Regina Elisabetta sarebbe costretta al silenzio perché in Gran Bretagna, come in molti altri paesi, al momento non è possibile celebrare i funerali per via dell’emergenza coronavirus.

Le disposizione sulle esequie ci sono da tempo, ma Filippo sta bene

Secondo il tabloid britannico Express, le disposizioni precise sulle esequie del principe Filippo ci sono già da tempo. Negli ultimi giorni, però, il marito della regina avrebbe aggiunto qualche nuova richiesta. Il rito funebre dovrebbe essere celebrato nella cappella di San Giorgio a Windsor Castle in tipo stile da funerale militare inglese alla presenza  della famiglia, degli amici e dei capi di Stato dei paesi del Commonwealth. Il principe vorrebbe poi essere seppellito nei giardini di Frogmore, dove già si trovano le salme della Regina Vittoria e del Principe Alberto.

(Immagine copertina da Wikipedia)

 

Share this article