Boris Johnson chiude il Regno Unito: «Chiusura delle attività non necessarie»

Chiusura di tutti i negozi non essenziali, divieto di assembramenti di più di due persone, sospensione di cerimonie e eventi: con una settimana di ritardo rispetto alla Francia e ben due settimane di ritardo rispetto all’Italia, Boris Johnson ha messo il Regno Unito in lockdown. Il premier britannico, questa sera alle 21.30, ha tenuto un discorso davanti alla nazione per annunciare misure stringenti per fronteggiare l’emergenza coronavirus.

LEGGI ANCHE > Emmanuel Macron e il discorso alla Francia sul coronavirus

Boris Johnson decreta il lockdown per la Gran Bretagna

Boris Johnson ha invitato i cittadini del Regno Unito a restare a casa, a non muoversi se non per gli spostamenti necessari. È il modello italiano che, alla fine, anche il conservatore britannico ha adottato, nonostante la sua iniziale renitenza a misure di questo tipo. All’inizio, infatti, sembrava che la Gran Bretagna avesse optato per l’immunità di gregge, facendo andare avanti normalmente tutte le attività (anche quelle non necessarie) e auspicando una sorta di creazione di difese immunitarie spontanee all’interno della popolazione.

Lo stesso Boris Johnson aveva avvisato che i cittadini avrebbero dovuto fare i conti con perdite di vite umane, anche tra i propri cari. Al momento, i dati ufficiali raccontano di una Gran Bretagna con più di 5mila contagi. Una diffusione del coronavirus che sembra essere più lenta rispetto agli altri Paesi, ma che potrebbe essere dovuta anche alla scelta diversa nella comunicazione dei dati.

Share this article