Prato, le piste ciclabili sarebbero fatte «per favorire solo i migranti»

Le piste ciclabili sono di sinistra e pro immigrazione. O almeno, così è a Prato. La segretaria della Lega Patrizia Ovattoni durante un’intervista alla trasmissione La Zanzara di Radio24 ha commentato il progetto comunale come «una misura favorevole ai migranti, a discapito dei residenti pratesi».

Pista ciclabile pro immigrati, «Sembra che il progetto sia fatto a posta per loro»

Guai a fare delle strade solo per chi si sposta in bicicletta. Perché a muoversi a colpi di pedalate sono solo gli immigrati, perché «non siamo mica in Versilia». Patrizia Ovattoni si schiera contro il progetto del comune di Prato, spiegando che «noi, ovvero chi va a lavorare, di solito si sposta con la macchina». Una delle tante differenze tra residenti e immigrati sarebbe infatti il mezzo di trasporto: i pratesi, che lavorano, portano i bambini dal pediatra, o compiono diverse commissioni,  si muovono in macchina, e non in bicicletta. Ma incalzata dai conduttori Parenzo e Cruciani specifica «non sono mica razzista». «Molti richiedenti asilo non hanno la macchina. Sembra che il progetto sia fatto a posta per loro», e ci tiene a sottolineare più volte lungo l’intervista il “sembra”. I richiedenti asilo si spostano effettivamente spesso con le biciclette, ma il motivo è puramente organizzativo: sono i mezzi di cui sono dotate le cooperative che li ospitano, e che li mettono a disposizione degli ospiti del centro per potersi spostare. Ma, nonostante la segretaria si chieda «chi è che va in bicicletta se non gli immigrati?», non sono di certo gli unici a scegliere le due ruote.

Pista ciclabile pro immigrati, il progetto del comune

Il progetto incriminato promosso dall‘amministrazione Pd guidata dal sindaco Biffoni e approvato dalla giunta comunale rientra nel programma di “Mobilità sostenibile” e prevede l’investimento di un milione di euro per « favorire la mobilità ciclabile sul territorio attraverso una serie di interventi di potenziamento delle piste e manutenzione dei tratti già esistenti». In particolare è previsto l’ammodernamento di viale Montegrappa, ipotizzando di  restringere la carreggiata della strada sfruttando i fondi del Ministero dell’Ambiente per la mobilità sostenibile. L’amministrazione comunale vanta «una rete di oltre 60 km di piste ciclabili già esistenti», e per valorizzarle vuole inserire anche parcheggi di ciclo-stazioni «che consentano l’intermodalità fra bici e mezzi di trasporto pubblico». Un progetto per ridurre l’inquinamento, potenziare la mobilità e strizzare l’occhio al turismo dei ciclisti, molto gettonato in Toscana.

Pista ciclabile pro immigrati, i social «lasciamo i leghisti a piedi»

«Oltre all’ossessione razzista, almeno ammettono di inquinare e non usare la bici. Speriamo di lasciarli presto a piedi e alle nostre spalle!» twitta l’avvocatessa e attivista Cathy la Torre dal suo profilo, dove nella bio scrive «vivrei su una bici», ma non è l’unica ad essersi opposta alle dichiarazioni della segretaria Ovattoni. «Che schifo e che vergogna!» si legge nei tweet che commentano la notizia, e c’è anche chi fa dell’ironia non troppo sottile: «Eh, queste biciclette strumento del globalismo e dell’invasione…eliminiamo le piste ciclabili radical chic per far posto al cavalcavia sovranista». C’è anche chi risponde con uno dei tanti articoli che raccontano come “scoprire le bellezze di Prato in bicicletta” twittando «Io Voglio esser libero di scegliere se andare a piedi o in biciclette p in macchina o con “lo strascicapoeri”».  Forse la segretaria si stava già pentendo delle sue affermazioni durante l’intervista, ma come si suol dire “hai voluto la bici, adesso pedala“.

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(Credits immagine: foto condivisa da Patrizia Ovattoni sul profilo Facebook)

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