A Pozzuoli le persone chiuse in casa per l’emergenza attaccano i carabinieri: «Non possiamo mangiare, sappiamo uccidere la gente» | VIDEO

31/03/2020 di Redazione

Nei giorni scorsi si era parlato di Pozzuoli perché le forze dell’ordine erano intervenute nel cosiddetto quartiere Marocchini per disperdere una festicciola organizzata tra i palazzi con la presenza di circa 50 persone, ovviamente senza alcun rispetto per le norme di distanziamento social previste all’interno del dpcm dell’11 marzo che chiede alle persone di spostarsi soltanto in casi di estrema necessità e di vietare assembramenti nelle strade, per qualsiasi tipo di evento. Oggi, dallo stesso quartiere della città del Napoletano arriva un’altra testimonianza shock relativa a delle persone che hanno minacciato, dai balconi, le forze dell’ordine.

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Pozzuoli, l’uomo che grida ai carabinieri: «Sappiamo ammazzare la gente»

Le grida contro i carabinieri dal palazzo del quartiere di Pozzuoli

In seguito a un intervento dei carabinieri nelle strade del quartiere, infatti, da uno dei palazzi che si affacciano sul cortile dove erano presenti due vetture dei militari è partito una sorta di comizio da parte di un residente che, in forte accento dialettale, si è rivolto agli stessi carabinieri con parole molto gravi: «Non possiamo mangiare, allora non avete capito – ha detto l’uomo sfruttando un altorparlante e un microfono –: dobbiamo scendere a fare le rapine e uccidere la gente? Noi sappiamo uccidere la gente».

Una minaccia che suona inquietante in questo periodo difficilissimo per l’emergenza coronavirus e per il possibile problema relativo a delle rivolte sociali in diverse aree del Paese. I provvedimenti che il governo sta prendendo, infatti, cercano di mettere un argine a questi comportamenti, ma le tempistiche necessarie per mettere concretamente nelle tasche degli italiani una cifra che possa aiutarli a superare questo momento di difficoltà non giocano a favore della tranquillità con cui alcuni cittadini stanno affrontando questo periodo di isolamento e di distaccamento sociale.

Il timore è che episodi del genere – che al momento sono soltanto urlati – possano diventare casi concreti e si possano allargare anche ad altre zone della Penisola.

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