Nella città di Luigi Di Maio, le persone che prendono il reddito di cittadinanza non ricevono offerte di lavoro
03/11/2019 di Enzo Boldi
Pomigliano D’Arco, comune in provincia di Napoli di poco più di 39mila anime, ha una particolarità. Oltre a essere la cittadina che ha dato i natali al capo politico del Movimento 5 Stelle e attuale ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, è in grado di offrire un quadro ben dettagliato di come il famoso reddito di cittadinanza – sbandierato ai quattro venti dal Movimento 5 Stelle come palliativo per ridare linfa al mercato del lavoro italiano – sia un incentivo alle assunzioni solamente su carta. La realtà, invece, mostra un qualcosa di molto più stantio e bloccato.
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Quel che viene fuori dall’inchiesta di Niccolò Zancan su La Stampa, mostra tutte le contraddizioni del provvedimento su cui Luigi Di Maio ha messo la faccia. La scelta della meta, non a caso, è stata proprio quella Pomigliano D’Arco tra le cui strade è cresciuto l’ex Ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico, ora passato agli Esteri. Su 39mila abitanti, infatti, oltre 12mila persone risulterebbero essere percettori del reddito di cittadinanza.
Pomigliano e il reddito di cittadinanza
La questione che fa riflettere, invece, sta nei racconti di tutte quelle persone che se da una parte ringraziano lo Stato per quel sussidio ottenuto grazie al reddito di cittadinanza, dall’altra si chiedono perché non siano ancora stati chiamati per un lavoro. Perché, spesso questo tema è passato sotto traccia, il vero fine ultime del provvedimento targato M5S non doveva essere riempire le tasche degli italiani, ma cercare di far sbloccare la macchina del lavoro in tutta Italia.
L’assistenzialismo e l’assenza di lavoro
E, invece, a Pomigliano D’Arco (così come in altre zone d’Italia) quel meccanismo è ancora inceppato. Interpellato da La Stampa, il sindaco della città (Lello Russo, del Centrodestra) ha detto di aver parlato con l’Inail che gli ha spiegato come la normativa per le assunzioni non sia ancora stata ultimata. Per questo il reddito, anche lì, si è trasformato in puro assistenzialismo che non ha creato alcun posto di lavoro.
I numeri e l’incertezza
Dato per scontato il lavoro fatto nel reportage de La Stampa, i numeri forniti – 12mila percettori su 39mila cittadini di Pomigliano D’Arco – rischiano di sembrare un po’ troppo elevati. Se la matematica non è un’opinione, queste cifre vorrebbero significare (in pratica) un reddito di cittadinanza a famiglia, ma in quella cittadina in provincia di Napoli ci sono molte famiglie i cui membri non percepiscono quel sussidio. Inoltre il Comune ha fatto sapere a Giornalettismo di aver chiesto all’Inps dati certi sui precettori a Pomigliano, proprio per poter proporre loro lavori socialmente utili. Ma quella domanda, per il momento, non sembra aver portato alcuna risposta.
(foto di copertina: ANSA/ CHIGI PALACE PRESS OFFICE/ FILIPPO ATTILI)