Perché la Polizia di Stato si era vantata di aver respinto l’attacco all’Eurovision

Il ruolo del dipartimento di sicurezza informatica si è reso protagonista di alcune correzioni in corsa per non lasciare le porte aperte agli hacker. Ma buona parte della protezione è stata merito della CDN

16/05/2022 di Enzo Boldi

In attesa del ritorno online del sito della Polizia di Stato dopo l’attacco rivendicato da Killnet, è iniziata una vera guerra informatica che sta coinvolgendo in prima linea anche la costola italiana del gruppo Anonymous. Questi ultimi, infatti, questa mattina hanno dichiarato di aver affondato gli hacktivisti filorussi con una serie di contrattacchi, svelando le password e i nomi dei giovani che si celerebbero dietro questa organizzazione che avrebbe tentato di colpire il sistema di voto dell’Eurovision Song Contest che si è concluso sabato a Torino.

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Come abbiamo raccontato questa mattina, la Polizia di Stato si è congratulata per aver respinto tutti quei tentativi di attacco ai sistemi informatici per le votazioni dell’evento sotto la Mole. Poco dopo, però, il sito ufficiale del Corpo è diventato irraggiungibile. Ed è lì che è arrivata la rivendicazione Telegram di Killnet. Ma cosa ha fatto la Polizia per sventare l’attacco all’Eurovision? Lo ha spiegato Ivano Gabrielli, direttore della polizia postale, in un’intervista a Il Corriere della Sera:

«Le nostre strutture erano state predisposte proprio a questo scopo: è come un assedio medioevale, loro cercano di sfondare con l’ariete e noi rispondiamo con l’olio bollente. In questo caso fra le contromisure c’è stata anche la riprogrammazione delle macchine sotto attacco».

Un comportamento piuttosto standard in queste occasioni, soprattutto quando gli attacchi informatici vengono annunciati (come fatto da Killnet la scorsa settimana, anche se lo stesso gruppo di hacktivisti filorussi aveva detto di non voler più attaccare il sistema di voto dell’evento musicale del Vecchio Continente).

Polizia di Stato, cosa ha fatto per bloccare attacco Eurovision

In realtà, a muovere il tentativo di attacco dovrebbero essere stati gli hacker di Legion, una costola – definiti “figli disobbedienti” – proprio di Killnet. Sta di fatto che il tentativo di intervento esterno per modificare l’andamento dei voto dell’Eurovision è fallito. Ma non solo, come spiegato dal direttore della Polizia Postale, per via della riprogrammazione delle macchine (quindi rendendo impossibile basare l’attacco sui valori precedenti): un grande peso per respingere l’attacco va dato alla CDN (Content Delivery Network, la rete di server che distribuisce i contenuti prevenienti da un server che ha la funzione di “origine”) Cloudflare a cui l’Eurovision – e la sua app – si è appoggiata per la gestione dei suoi sistemi informatici. E anche Anonymous Italia (che nel frattempo ha avviato la sua offensiva contro Killnet) ha sottolineato questo aspetto parlando con Giornalettismo: «Sì, anche la CDN ha avuto il suo impatto fortissimo».

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