Come l’Africa è riuscita a debellare la poliomelite

L'annuncio da parte dell'Oms

26/08/2020 di Enzo Boldi

Quando si parla di malattie, in special modo di quelle infettive, si fa spesso riferimento alla prevenzione. Perché prima delle cure – che sopraggiungono solo dopo esser entrati in contatto con un determinato virus – , occorre tentare di capire quali siano i passaggi clinici per interrompere quel domino che rischia di provocare focolai. Questa volta non si parla di Coronavirus e Covid, ma di poliomelite: grazie a una campagna di prevenzione, che va avanti da tre decenni, l’Africa è riuscita a debellarla.

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L’annuncio è arrivato direttamente dalla Commissione per la Certificazione Regionale dell’Africa, un’organizzazione che – su mandato dell’Oms, ha ufficializzato l’interruzione della catena di contagi da poliomelite in tutto il continente africano. Come accade per tutte le malattie infettive, non si tratta di un risultato raggiunto dall’oggi al domani: ieri, però, sono stati toccati i quattro anni senza alcun caso registrato.

Poliomelite debellata in Africa: l’annuncio dell’Oms

Quattro lunghi anni senza alcun caso, grazie a un’imponente campagna di prevenzione attraverso la somministrazione di vaccini. Ed si è trattato del terzo tassello: nel 2015 venne considerata debellata la poliomelite di tipo 2, nel 2019 quella di tipo 3. Rimanevano i timori su quella di tipo 1 – denominata selvaggia per via della sua permanenza in natura – che, però, ora è stata dichiarata debellata in Africa. Risulta essere, però, ancora presente in alcune zone dell’Afghanistan e del Pakistan.

Virus sconfitto, ma attenzione sempre alta

Come accade per ogni virus, ci può essere grande soddisfazione per il risultato raggiunto. Ma, al tempo stesso, non si può abbassare la guardia. Per la natura stessa della malattia, anche la poliomelite rischia di tornare a essere attiva (e non solo in Africa). Per questo motivo, ora che si parla di virus eradicato, occorre mantener attiva una campagna di sensibilizzazione, prevenzione e attenzione nei confronti di un virus che ha colpito moltissimi bambini nei decenni precedenti.

(foto di copertina: da Pixabay)

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