Pillon furioso per Elena Bonetti ministro: «Ha consegnato gli scout cattolici alle posizioni LGBT friendly»
05/09/2019 di Redazione
Simone Pillon potrà senz’altro parlare di questo aspetto all’imminente appuntamento con Casapound che lo aspetta a Verona nel fine settimana. È a dir poco furioso per la nomina, al ministero della Famiglia, di Elena Bonetti, in quota Partito Democratico. Una nomina che dà fastidio, perché segna – questa sì – un vero e deciso cambio di passo rispetto alla gestione di Lorenzo Fontana e al brevissimo interregno di Alessandra Locatelli.
Simone Pillon critica la nomina di Elena Bonetti
Elena Bonetti, infatti, come ha ricordato lo stesso Simone Pillon, è stata tra le promotrici della Carta del Coraggio, emanata nel 2014. Questo documento, firmato da 30mila Rover e Scolte (membri degli scout) ha fatto delle significative riflessioni sul tema dell’amore, aprendolo anche a forme diverse rispetto a quelle che, fino a quel momento, l’associazionismo cattolico aveva considerato.
L’appello era stato lanciato nel contesto storico del governo di Matteo Renzi e la carta del coraggio era stata consegnata anche all’allora presidente della Camera Laura Boldrini. Si trattava di un documento innovativo e, se limitato al mondo dello scoutismo, rivoluzionario: dal momento che invitava esplicitamente a non avere paura dell’espressione delle varie forme di amore. Tra i promotori di questa iniziativa, ovviamente, il mondo dem vicino allo scoutismo e con esso anche la futura ministra della Famiglia Elena Bonetti.
Il post di Simone Pillon sulla lobby Gay e sul mondo dello scoutismo cattolico
Questa cosa non è andata giù a Simone Pillon, che ha parlato apertamente di un favore alle famose «lobby gay» (qualsiasi cosa questa espressione significhi). «La lobby LGBT festeggia la nomina di Elena Bonetti al ministero della famiglia, rievocandola tra gli autori della “carta del coraggio” che nel 2014 consegnò una parte significativa dello scoutismo cattolico italiano alle posizioni LGBT friendly di Renzi e delle sue unioni civili – ha scritto Pillon su Facebook -. Gli attivisti già chiedono la legge sull’omofobia per chiudere definitivamente la bocca a chi vorrebbe fermare la dittatura gender».
I timori di Simone Pillon si basano su qualcosa che non esiste (la dittatura gender) e dimostrano una contrarietà omofoba nei confronti dell’operato di un ministro che ha sempre pensato – e lo ha fatto anche nelle sue prime parole dopo la nomina – «alle famiglie», lasciando intendere che non ne esista una sola. Simone Pillon sottintende che la carta del coraggio abbia fatto del male allo scoutismo cattolico. Ma la sua opinione non coincide con la realtà: l’apertura alle forme inclusive dell’amore non ha fatto altro che arricchire quell’universo.