Blitz delle forze dell’ordine per cercare alcuni dei più violenti iscritti al canale Telegram “Basta dittatura”

Continuano le indagini per il filone d'inchiesta della procura di Torino che portò alla chiusura del canale, dopo tante resistenze di Telegram

15/11/2021 di Redazione

Sono 17 gli esponenti no vax che sono stati perquisiti questa mattina dalle forze dell’ordine: la polizia di Torino, insieme ai compartimenti locali della Polizia Postale e della Digos, ha coordinato una operazione che ha coinvolto 16 città tra cui Ancona, Brescia, Cremona, Imperia, Milano, Pesaro Urbino, Pescara, Palermo, Pordenone, Roma, Salerno, Siena, Treviso, Trieste, Torino, Varese. Un’azione contemporanea delle forze dell’ordine che mira a individuare gli esponenti più violenti della chat su Telegram “Basta Dittatura” che già qualche settimana fa, in seguito a uno dei filoni su cui sta indagando la procura di Torino, era stata chiusa dopo aver raggiunto i 40mila iscritti. Tuttavia, occorre sottolinearlo, nei giorni successivi era nata una sorta di costola di questo canale – “Basta dittatura – Proteste” – che aveva raccolto comunque circa 10mila persone. Oggi, oltre al provvedimento di chiusura della chat, c’è stata una vasta perquisizione per cercare i membri che avevano partecipato al dibattito in maniera più risoluta e più decisa.

Gli indagati nell’operazione ‘Basta dittatura’ – riporta l’Ansa -, istigavano all’uso delle armi e a compiere gravi atti illeciti contro il presidente del Consiglio Mario Draghi.

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Perquisizioni contro no-vax di Basta dittatura

Nei giorni scorsi, il quotidiano Repubblica aveva parlato di presunti collegamenti tra ambienti di estrema destra e queste chat su Telegram, dove si cercava di reclutare delle persone che potessero aiutare gli elementi più politicizzati nelle azioni fisiche di protesta di piazza. In modo particolare, il quotidiano di via Cristoforo Colombo aveva parlato di un canale – Movimento Umanità Libera – all’interno del quale si parlava anche di come procurarsi delle armi attraverso una stampante 3D. Una situazione veramente paradossale, che dimostra come le proteste contro il green pass e contro la vaccinazione Covid-19 siano state, in molte circostanze, un pretesto per innalzare il livello dello scontro sociale, rispondendo a una pianificazione più vasta rispetto a quella dell’organizzazione di un semplice sit-in attraverso un servizio di messaggistica istantaneo.

Il blitz condotto nelle ultime ore si poggia su una serie di ipotesi di reato: istigazione a delinquere con l’aggravante del ricorso a strumenti telematici e di istigazione a disobbedire le leggi. Una situazione che dimostra ancora una volta come quella garantita dalle chat di Telegram sia soltanto una falsa sensazione di protezione e di onnipotenza, dettata dal fatto di non poter essere raggiunti dalle autorità competenti. Inchieste come questa mostrano in maniera evidente l’abbattimento del confine tra il mondo virtuale e il mondo reale.

FOTO di repertorio di una manifestazione no-green pass: ipp Clemente Marmorino – Milano

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