Perché stiamo pagando di più frutta e verdura

I ristoranti e i bar sono chiusi – se si eccettua il servizio di asporto – e sono stati completamente fermi fino al 4 maggio. Ovvio che, da parte loro, non arrivino più ordini sulla frutta e la verdura fresca. Se a questo si aggiunge il fatto che molti prodotti ortofrutticoli sono rimasti sulla pianta a causa della pandemia da coronavirus che ha rallentato i lavori e, di conseguenza, anche gli ordini da parte degli esercenti, si capisce perché verdura costa di più, così come la frutta. Un rincaro che, aggiunto alle altre difficoltà economiche che stanno accompagnando questa pandemia, potrebbe diventare insostenibile per il cittadino nel breve periodo.

LEGGI ANCHE > Coldiretti tra e-commerce e ricerca di manodopera: «Così cerchiamo di salvare il 40% dell’ortofrutta»

Perché verdura costa di più: l’aumento dei prezzi nel settore

Passiamo alle stime. Secondo Istat che ha un costante aggiornamento del paniere, mese dopo mese, nel corso dei 30 giorni di aprile, i prezzi della frutta e della verdura sono aumentati mediamente del 2,8%. Ma questo dato, che già di per sé costituirebbe un problema dal punto di vista dell’acquirente e del commerciante, non rende ancora completamente l’idea di quanto la situazione nel settore sia complessa e difficile.

Le arance, ad esempio. Il loro prezzo è lievitato quasi del 25%: un po’ perché è aumentata la domanda, visto il gran ricorso alla vitamina C come se fosse una sorta di ‘rimedio della nonna’ per il coronavirus, un po’ perché le esportazioni dall’estero sono state bloccate. Lo stesso discorso vale per i peperoni: senza la concorrenza dei beni che arrivano dalla Spagna o dalla Grecia, ad esempio, il mercato ortofrutticolo italiano ha fatto leva sulle scorte arrivate dalla Sicilia. Che hanno prezzi più alti e che, nonostante questo, si sono imposti sul mercato. Alcuni prodotti, come le fragole, restano nei campi perché sono venuti meno i braccianti proprio nella fase cruciale della loro raccolta, quella di fine marzo-inizio aprile.

Perché verdura costa di più: il cambiamento delle abitudini dei cittadini

Il coronavirus ha portato i cittadini, inoltre, a spostarsi di meno per fare la spesa, anche in ottemperanza alle disposizioni previste dal governo sul lockdown e sulla limitazione dei viaggi. Per questo motivo, si prediligeva il market locale rispetto all’ipermercato con prezzi più vantaggiosi. Ciò ha portato i cittadini ad ‘accontentarsi’ di ottenere beni e prodotti a un prezzo più alto rispetto a quello che di solito erano disposti a pagare. Ora, tuttavia, si attende un riequilibrio di questi stessi prezzi, in seguito alla riapertura dei locali e degli esercizi commerciali e dell’allentamento delle misure di lockdown che permetterà, attualmente, agli italiani di andare a fare la spesa anche in supermercati più distanti dalla propria abitazione. Facendo prevalere la logica del ‘più conveniente’ rispetto a quella del ‘più raggiungibile’.

Share this article