Riace, la giunta leghista rimuove anche il cartello con la citazione di Peppino Impastato
06/10/2019 di Enzo Boldi
Riace senza pace. Dopo aver cancellato tutti i simboli dell’accoglienza all’ingresso del Paese in provincia di Reggio Calabria, ora è stato rimosso anche un cartellone che portava con se una citazione di Peppino Impastato, il giornalista ucciso dalla mafia il 9 maggio del 1978 dopo aver denunciato il malaffare portato avanti da Cosa Nostra in Sicilia (e non solo). Su quel cartello si faceva riferimento ai famosi Cento passi, legati all’immagine di un bambino nero. Insomma, altro schiaffo all’accoglienza portata avanti dal vecchio sindaco Mimmo Lucano.
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Quel cartellone si trovava sotto la scritta «Riace, Paese dell’accoglienza» posto davanti alla caserma dei Carabinieri del comune calabrese. Lo aveva messo lì Mimmo Lucano che da sempre ha tenuto in alto il ricordo di Peppino Impastato. E proprio per questo motivo aveva deciso di installare quel disegno che raffigurava un bambino nero con indosso una maglia rossa di Radio Aut (l’emittente autogestita e autofinanziata dal giornalista siciliano e utilizzata per denunciare la mafia tra Cinisi e Terrasini). Il tutto con la scritta «Uno, due, tre, quattro, cinque, dieci… cento passi».
Le parole della sorella di Peppino Impastato
La giunta leghista guidata dal sindaco Antonio Trifoli – la cui candidatura è già stata evidenziata come illegittima anche dal Viminale, in attesa del pronunciamento del tribunale – ha deciso di cancellare anche quel ricordo di Peppino Impastato. «Si tratta di un fatto gravissimo e per il quale stiamo attendendo delle risposte. Abbiamo subìto tanti altri atti di vandalismo contro alcune targhe dedicate a Peppino. Questo, perl, lo consideriamo come una sorta di vandalismo istituzionale», ha detto all’Agi Luisa Impastato, sorella del giornalista ucciso dalla mafia nel 1978.
L’accoglienza di Riace cancellata come le targhe
«Sembra che sia l’ennesimo tentativo di rimuovere quanto di positivo ha avuto il paese di Riace, come l’accoglienza e la lotta a Cosa Nostra e al suo malaffare – ha proseguito Luisa Impastato -. Peppino è stato ed è per molti giovani il simbolo della lotta alla mafia. Rimuovere un cartello dedicato a lui è molto grave e significativo, in particolare in un paese del Sud Italia».
(foto di copertina: ANSA / Marco Costantino)