Fratelli d’Italia vuole dichiarare guerra alle truffe online

Una scelta che è stata fatta insieme all'associazione Consumerismo e che si pone dalla parte dei consumatori partendo da un assunto: quando si parla di una trattativa online, chi acquista è sempre in posizione di svantaggio

18/03/2024 di Gianmichele Laino

Le truffe online, secondo la politica. Il dato a cui si fa riferimento oggi, quando si parla di una proposta di legge contro le truffe online e lo scam digitale, è dell’aumento del 20% delle azioni non regolari nei confronti dei consumatori, per un valore di 137 mln di euro di profitto illeciti. Si tratta di statistiche che riguardano nello specifico l’incremento rispetto al 2022. Parlando di educazione digitale abbiamo più volte evidenziato come, in casi come questi, sia fondamentale che il consumatore sia edotto a proposito delle tecniche per evitare di imbattersi in vere e proprie truffe online. L’attenzione al contesto, l’affidabilità delle fonti e il fatto di fornire meno dati personali possibili rappresentano dei fattori essenziali per contrastare i malfattori che, dal phishing allo smishing, adottano delle tecniche sempre più raffinate per mettere in atto i loro piani criminosi. Tuttavia, la nostra classe dirigente, evidentemente, ritiene che le truffe possano combattersi prima con delle pene più severe e soltanto in un secondo momento con la diffusione di una cultura digitale. E anche questo è un elemento di cui prendere atto.

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PdL truffe online, cosa propone Fratelli d’Italia

Per questo motivo, Letizia Giorgianni di Fratelli d’Italia è la prima firmataria di una proposta di legge che vede il suo partito farsi portavoce del progetto per introdurre una fattispecie di reato che riguardi nello specifico le azioni illecite che si commettono online. Da questo punto di vista, il partito che esprime la presidente del Consiglio ha seguito le indicazioni dell’associazione Consumerismo, che si definisce “lobby indipendenti dei consumatori”. L’associazione, ultimamente, si è concentrata principalmente su quelle truffe che circolano su WhatsApp e che intercettano gli utenti spacciandosi per loro familiari. Ma ha fatto un focus anche sulle truffe derivanti dal cambio di gestore energetico o su quelle che si consumano attraverso presunte compravendite online.

Il concetto di partenza della proposta di legge – su cui poi faremo un focus specifico, per comprenderne i dettagli – è quello che il consumatore, nel momento di un acquisto online, si trova sempre in una posizione svantaggiata rispetto al presunto venditore.

«Nelle truffe online – ha spiegato la prima firmataria della proposta di legge, Letizia Giorgianni – il consumatore è sottoposto a una ‘minorata difesa’ perché l’identità del reo non è quasi mai raggiungibile e perché non si può valutare la merce che si sta acquistando. Per questo, abbiamo previsto due misure sanzionatorie specifiche e cioè il sequestro del materiale utilizzato per le truffe, tablet, cellulari e pc e la confisca dal patrimonio del reo per un importo pari alla cifra sottratta». L’obiettivo è quello di raccogliere intorno alla proposta il consenso più ampio possibile. Secondo Fratelli d’Italia, che sta portando avanti questa bandiera, la lotta alle truffe online non dovrebbe essere una questione di parte.

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