La sanità secondo Gallera durante il coronavirus: «Gli ospedali privati hanno aperto le loro stanze lussuose a pazienti ordinari»

24/06/2020 di Redazione

Ci sono i pazienti ordinari e poi ci sono le stanze lussuose degli ospedali privati. Questa sembra essere la visione della sanità lombarda – quella che creerebbe un regime di concorrenza tra pubblico e privato dopo le riforme di Formigoni e Maroni – secondo l’assessore al Welfare della Regione Lombardia Giulio Gallera. Nel corso di un talk online organizzato da Rcs Academy, l’esponente politico della giunta della regione che più di tutte le altre ha dovuto affrontare l’esperienza del coronavirus in Italia e nel mondo ha affermato: «Gli ospedali privati vanno ringraziati perché hanno aperto le loro terapie intensive e le loro stanze lussuose ai pazienti ordinari».

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Pazienti ordinari in stanze lussuose, la frase di Giulio Gallera

Il primo a manifestare una reazione rispetto alle parole di Gallera alla Rcs Academy è l’esponente del Partito Democratico Jacopo Scandella, che ha replicato: «Quei letti sono stati pagati dal Sistema sanitario, non regalati – ha scritto in un post su Facebook -. Che il privato abbia un tetto massimo di spesa ma nessun vincolo o programmazione regionale sul tipo di prestazioni da erogare, più o meno remunerative, più o meno utili al territorio, è la prima cosa da cambiare. Che poi pochi abbiano stanze lussuose e troppi liste d’attesa infinite, è la seconda».

Giulio Gallera era intervenuto al dibattito La nuova sanità: investimenti, spesa sanitaria e contributo della digital health. Il suo intervento ha posto l’attenzione anche su altri aspetti: «Avere un alto numero di presidi ospedalieri in Lombardia è stata una ricchezza che ci ha aiutato – ha detto Giulio Gallera, sempre i riferimento alla risposta alla pandemia da coronavirus -. Ogni ospedale e ogni presidio deve continuare con la propria vocazione, anche in termini di posti letto che sono solo 3 ogni 100 abitanti. L’insieme dei presidi ospedalieri della Lombardia ha tenuto, ma dobbiamo rallentare i tagli ai posti letto».

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