Paulo Dybala dà un calcio al razzismo: «Pronti a lasciare il campo»

Dopo la morte di George Floyd, è tornato in auge il tema della lotta al razzismo. E anche Paulo Dybala, attaccante argentino della Juventus, nell’intervista rilasciata alla Cnn, si è espresso sul tema. Lo ha fatto in chiave sportiva, partendo da quanto accaduto al suo ex compagno di squadra Moise Kean a Cagliari, quando il giocatore ora all’Everton fu oggetto di cori razzisti da parte dei tifosi sardi allo stadio.

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«In molti stadi italiani c’è questo problema, è successo anche a Balotelli e a Pjanic, penso che siano necessarie sanzioni più severe e se non ci penseranno le istituzioni saremo noi a dover far sì che questi episodi vengano azzerati. Siamo uno dei più grandi campionati al mondo, milioni di persone ci guardano e i razzisti, se vedono che non viene intrapresa nessuna iniziativa, sono incoraggiati a continuare. Chi di competenza deve agire, altrimenti in breve tempo saranno i giocatori a farlo, decidendo di lasciare il campo o di non giocare, non si può andare avanti così», ha detto Paulo Dybala alla Cnn. «A volte vedi compagni soffrire per discriminazioni di ogni tipo. La mia famiglia mi ha educato a rispettare le persone indipendentemente dal colore della pelle, dal modo di vestirsi, dal paese di provenienza e così via. Dovrebbe essere sempre così, purtroppo non lo è. Non devono essere solo le persone di colore a combattere il razzismo, dobbiamo farlo tutti”, ha continuato Paulo Dybala, che è poi tornato anche sulle dichiarazioni di Bonucci e Allegri in merito a quanto accaduto dopo la rete di Moise Kean a Cagliari. «Forse in quel momento non usarono le parole giuste per commentare quello che era accaduto, bisogna stare molto attenti quando si parla di certe cose, ma conosco bene entrambi e so benissimo come la pensano e che non hanno nulla a che vedere con il razzismo, un fenomeno da combattere sempre, non solo per quel che accade in campo».

[CREDIT PHOTO: FACEBOOK/PAULO DYBALA]

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