Nel quesito di Rousseau per le regionarie in Umbria, il Pd diventa «altre forze politiche»

Il patto civico Umbria è ufficialmente in votazione, nella giornata di domani 20 settembre, sulla piattaforma Rousseau per la democrazia diretta nel Movimento 5 Stelle. Nonostante le resistenze dei rappresentanti dei cittadini nella regione dell’Italia centrale (a tutti i livelli, dal Parlamento, fino ai consigli comunali), i vertici del Movimento hanno deciso di sottoporre all’elettorato l’alleanza con il Partito Democratico anche nelle elezioni locali. Una sorta di replica di quanto accaduto con la nuova maggioranza del governo Conte-2.

Patto civico Umbria, come sarà formulato il quesito su Rousseau

Il voto sarà aperto per tutta la giornata di domani e sarà aperto a tutti gli iscritti sulla piattaforma. Anche questo rappresenta un controsenso: perché cittadini di altre regioni d’Italia, sebbene appartenenti al Movimento 5 Stelle, possono decidere le sorti della regione Umbria, che andrà al voto il prossimo 27 ottobre. Chi conosce le specificità del territorio, infatti, ha senz’altro un’idea più completa dell’impatto che un’alleanza Pd-M5S può avere sull’elettorato. Invece, il rischio è che gli iscritti di altre regioni, sulla base del comune sentire, possano condizionare in questo modo la corsa alla presidenza della regione in Umbria.

Anche il quesito fa discutere. Ecco il testo:

Sei d’accordo con la proposta avanzata dal Capo Politico del “patto civico per l’Umbria”, sostenendo alle elezioni regionali un candidato presidente civico, con il sostegno di altre forze politiche?

Il Capo Politico, ovviamente, è Luigi Di Maio, che è stato il primo a parlare di un candidato civico sul quale ci possa essere la convergenza di altre forze politiche. Del resto, dopo lo sfortunato esito della scorsa tornata elettorale in varie regioni italiane, il Movimento 5 Stelle ha fatto cadere il tabù di presentarsi alle urne da solo e senza alleati.

Il nome del Pd nel Patto Civico Umbria diventa «altre forze politiche»

In secondo luogo, visto che l’alleanza con il Pd è quella più chiacchierata, il Movimento 5 Stelle poteva essere molto più chiaro con i suoi iscritti sull’identità del partito che farà parte del cartello elettorale. Invece, il Partito Democratico diventa «altre forze politiche». L’idea è quella di confondere gli iscritti, rimanendo nel vago. Non era stato così quando si è trattato di scegliere l’alleanza politica per formare la nuova maggioranza: in quel caso, il nome del Pd era stato inserito all’interno del quesito. Psicologia opposta per orientare la votazione?

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