Perché il Billionaire e il pollaio no? Dal Covid al CoVip | di Gabriele Parpiglia

La verità sulla "partita di calcetto con Briatore e Mihajlovic"

27/08/2020 di Gabriele Parpiglia

Mentre scrivo ho in mente le singole facce di ognuno di voi. Gli asintomatici silenziosi, quelli positivi, quelli positivi ma silenziosi che non avvertono chi avevano accanto. E poi ho in mente le facce della showgirl, dell’influencer, della conduttrice, di imprenditori, dei concorrenti di reality, di figli di imprenditori che ogni sera sciabolavano in ogni locale, dei dj, degli amici dei dj, dei cantanti italiani e stranieri e delle loro ballerine al seguito.

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Ho in mente tutti loro e i loro silenzi dentro questa situazione chiamata “Maledetta Sardegna”. Io no. Non sono silenzio: scrivo, parlo, mi arrabbio, ci resto male ma ci metto sempre la faccia e mi difendo o almeno ci provo. Anzi, no. Non mi difendo: io dico la mia verità e se ci penso sono l’unico che può farlo perché al contrario dei giornalisti da casa (quelli che mi hanno chiamato vogliosi di sapere i risultati del mio test che avevo prontamente mostrato già sui social – ma per loro ero già positivo con anche un filo di goduria -, quelli che mi hanno detto che mio padre era morto per Covid ma io ero andato in Sardegna a festeggiare – è successo ahimè, una giornalista de La Stampa -, quelli che… senza parole “Ma come gioca Briatore”, ndr) io c’ero e per descrivere bene la maledetta Sardegna c’è una foto, un’immagine che è diventata quasi una réclame di un supermercato del Covid dove manca la scritta “Vietato l’ingresso”. Ed è la foto di una partita di calcetto alla quale ho partecipato pure io.

Partita calcetto Briatore, cosa è successo

Ora, in tanti hanno scritto, in tanti hanno raccontato, in tanti hanno, hanno, hanno, ma in realtà non hanno fatto il loro lavoro in modo corretto. Anche perché un conto è se scrivi da casa, ripeto, un conto è se vivi in prima persona quello che succede e sei protagonista involontario del mash-up più stronzo dell’estate: quello di mescolare il gossip al Covid, trasformandolo (nonostante quasi 900mila morti nel mondo e l’economia i ginocchio, ndr) in COVIP.

Alt: io che scrivo anche di gossip, vittima del gossip e quasi mi lamento? No, non posso, sarei ridicolo. Ora subisco le regole del mio gioco ebbasta come Sfera. Ma non è così. Perché questo non è gossip, questa è solo “confusione – distrazione” a suon di like e consenso social-popolare. Il Covid è secondario. L’argomento serioso quale è il virus quasi dimenticato.

Però gli elementi per la sceneggiatura ci sono tutti. C’è Flavio Briatore, positivo, c’è Sinisa Mihajlovic, positivo asintomatico; e tutti sono nella medesima foto mentre giocavamo a calcetto.

Partita calcetto Briatore, i fatti

I fatti. Andiamo con ordine. Con tutto il bene e l’affetto che nutro per l’uomo Flavio Briatore, faccio una domanda a voi che avete usato come titolo La partita dei contagi o La partita maledetta: ma secondo voi Briatore riuscirebbe a giocare un’intera partita a calcio con gente che corre e suda ed è allenata? E lo dico con il massimo rispetto. La risposta è no.

Direi proprio di no. Dunque: la storia. Flavio passava di lì di rientro dal suo giro in barca insieme con il figlio Nathan e i suoi amici. Nathan, appassionato di calcio, voleva veder la partita e poi recuperare un pallone colorato del quale si era innamorato giorni prima. Flavio, così come Della Valle, è arrivato nel momento in cui stavamo iniziando, subito dopo il riscaldamento. La partita aveva un sapore straordinario (cosa che nessuno ha sottolineato): segnava il ritorno sul campo da giocatore di mister Sinisa Mihajlovic dopo la grave malattia. E giudicare una cosa del genere, un qualcosa che urla “Voglia di vita”, lo trovo indegno da parte di chiunque. Sugli spalti infatti c’era tutta la famiglia del mister del Bologna a tifare per il loro papà.

Foto ricordo alla quale si aggiungono i “passanti” Briatore e Della Valle. Flavio, però fa un qualcosa di più. Dice a suo figlio: “Guarda papà come gioca”. Corre verso l’area, io recupero la posizione, Paolo Bonolis crossa per mister Briatore, io vado da un lato, la palla entra, Flavio segna, Nathan è felice. Fine del film. Totale presenza di Briatore: 6/7 minuti. Poi va via. E la partita prosegue.

Cosa è successo dopo la partita di calcetto

La sera, poi, cena al Billionaire dove, anche qui, chi non c’era scrive le solite cazzate disinformate perché non conoscendo la struttura, si fa di tutta l’erba un virus.

Il locale è diviso in due parti. Una dove si cenava regolarmente seduti e distanziati. Un’altra con la discoteca. La pecca è che l’ingresso per entrambi sia lo stesso. Ma ci arriviamo dopo. Al Billionaire ceniamo, osserviamo uno spettacolo fatto da ballerini e showman, poi, al momento di alzarci, prima arriva una torta per un compleanno e per il mister che è tornato in campo, poi una foto ricordo (io mi posiziono sulle scale), poi il tempo di recuperare i giubbotti, di fare altre foto o selfie all’interno della parte dove si cenava (foto come ne hanno fatti mille e in mille locali di tutta Italia, come la stessa Diletta Leotta che ha festeggiato il compleanno e un dj party di Andrea Damante o Gianluca Vacchi, ndr). Ne ricordo uno con Marcolin che ha perso il papà per Covid e con lo stesso Flavio, uno con Francesco Facchinetti, e via perché la situazione della discoteca diventava difficile da sostenere. Non solo al Billionaire, ma in tutte le discoteche d’Italia non è mai stata osservata alcuna regola dettata dall’emergenza Covid. Ma l’emergenza in questo caso era economica, del Covid i proprietari, una volta ottenuto l’ok, hanno pensato: sticazzi.

Passano i giorni e parte un nuovo gioco: il COVIP. Prima Sinisa, positivo asintomatico, poi Briatore positivo e ricoverato. Eccerto, hanno giocato a calcetto insieme… ci sono i personaggi, c’è il luogo del delitto, ci sono i cognomi famosi, tiriamo in mezzo tutti e tiriamo un bel merdone dicendo che il tutto è avvenuto sul campo di calcio mentre a Lisbona si giocava la Champions, mentre l’attività era legale (ovvero giocare a calcetto all’aria aperta), mentre in ogni parte d’Italia praticavano ogni tipo di sport; in Sardegna però era palla avvelenata. Nessuno si è chiesto se le vite di Briatore e Mihajlovic si sono fermate e incrociate solo lì?

L’estate di Flavio Briatore per molti è iniziata con il Billionaire, ma nessuno si è ricordato o reso conto che la stagione estiva dell’imprenditore è partita da Montecarlo a metà giungo con il locale “Crazy Pizza”, un Billionaire monegasco con spettacolo da seduti e tante, tante, tante persone incontrate. Poi viaggi a Mykonos, andate e ritorno in Sardegna, fughe a Milano; insomma un gran bel da fare. Anche qui altra domanda. Voi sapete quante persone incontra e riceve Briatore durante il giorno per business? Ecco, io che ho visto, ho assistito a qualche giornata di Flavio live in questi anni, posso dire che non saprei quantificarne il numero. E poi, solo dopo, è arrivato il Billionaire con i tre folli giorni di Ferragosto dove tutto era sold out. Tutto pieno: calciatori, influencer, imprenditori, figli di imprenditori, ragazzi di ogni età che volevano divertirsi, che si passavano i bicchieri o fumavano dallo stesso narghilè. Insomma regnava il caos. Come al Billionaire, anche nelle altre discoteche da nord a sud dell’Italia. Ma al Billionaire c’è Briatore, ci sono i calciatori, insomma c’è il materiale per trasformare l’emergenza e il caso da Covid a COVIP.

I dati però parlano di 62 contagi più Briatore quindi il Billionaire, che non ha rispettato – nella parte legata alla discoteca – le regole dettate dallo Stato è ufficialmente un focolaio. Però, però, però, ieri il Corriere dichiarava che anche un’azienda di polli, un pollaio, con numero di casi altissimo era un focolaio, ma la notizia non l’ha ribattuta nessuno. Non se l’è filata NESSUNO.

Notizia vera. Mancava il gallo: Briatore. Ma i contagi erano alti ugualmente. “Confusione – Distrazione”. E il gestore del pollaio? Stiamo parlando di 182 contagi, più 38 familiari. Ed è successo a Treviso. Numeri altissimi anche rispetto al Billionaire. Perché nessuno parla del gestore dell’azienda di polli? “Confusione – Distrazione” : COVIP.

Torniamo al Billionaire. In quel focolaio, immaginate mister Mihajlovic sul cubo a ballare? No, dai, suvvia. Però Sinisa ha una famiglia stupenda, allargata, meravigliosa, con cinque figli e fidanzati e amici dei figli al seguito. Quante possibilità dunque ci sono per Briatore, e per Mihajlovic, di aver contratto il virus in momenti diversi? Infinite. Chi vi scrive inoltre non può allargare il raggio di questa comunicazione, altrimenti dovrei rivelare dati secchi che smentirebbero i titoli legati alla partita maledetta. Ma non si può. Sarebbe una violazione. Quindi pensate, scrivete, fantasticate, su ciò che volete.

Detto ciò: per quel che mi riguarda, avevo voglia di vita, ho giocato a calcio mi sono divertito e ho fatto in totale quattro cene d’estate in tre locali e qualche foto. E se tornassi indietro, rifarei tutto. Perché per un secondo, per poche ore, dopo una quarantena che mi ha dilaniato il cuore e l’anima, mi sono sentito vivo. Di nuovo vivo. Un po’ come mister Mihajlovic e mi astengo da ogni giudizio. Anche se penso che la velocità con cui il virus si sta propagando fa nascere nella mia testa l’idea che, nonostante le precauzioni, rischiamo davvero di prendercelo tutti. Ma questo è ancora un altro discorso. Come è un altro discorso quello legato agli esami da fare o ai positivi che se ne vanno in giro asintomatici e non. Scommettiamo?

Ps: Per la cronaca la partita l’ho persa, un gran gol di Bonolis junior sul finale, mi ha fregato; ma ho vinto contro le mie paure. Mi faccio serio: i miei esami ripetuti 4 volte nell’arco di queste settimane (due tamponi e due sierologici) sono negativi. Ho avuto paura, lo ammetto, son stato  fortunato… lo ammetto. Ma non mi sentirò mai in colpa. Mai. Mai. Mai. Avevo anche io voglia di vita, di giocare a calcio, di far una cena, di sorridere. Non di ballare (chi mi conosce lo sa che non è la mia storia di vita), né di narghilè o vita sfrenata. Ho provato a fare mia l’estate. Ho provato a staccare.

E poi se fossi andato da un’altra parte, sarebbe stato il caos lo stesso ma senza clamore, un po’ come la ditta di polli…e mi sarei perso tutto questo spettacolo pieno di disinformazione e illusione d’informazione. No, me lo godo tutto. Serve anche, serve di lezione. Anche a me per non sbagliare.

Di certo c’è che quella foto, quella usata da tutti per raccontare balle e non le palle usate per il match, la appenderò nella mia stanza e un giorno ripenserò al gol preso da Flavio Briatore che però…non ha mai giocato quella partita.

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