L’iperbole del filosofo Paolo Becchi: «Anche il virus ha diritto di vivere»
02/04/2020 di Enzo Boldi
Prenderla con filosofia, ma qui – forse – si esagera. La lettera aperta scritta da Paolo Becchi e pubblicata su Libero Quotidiano è destinata a far discutere. Il filosofo, infatti, lancia un’iperbole in cui difende il diritto alla vita del Coronavirus che ha la stessa facoltà di esistere su questa terra – secondo lui – che ha l’essere umano. Un messaggio che ha provocato una risposta alquanto funesta anche dal suo amico e direttore del quotidiano, Vittorio Feltri.
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Questo il passo più contestato della presa di posizione filosofica di Paolo Becchi: «Dovremmo chiederci: perché proprio noi dovremmo ‘vivere’? Perché noi, e non invece il virus, che vogliamo che muoia al più presto possibile? Mi spiego: se è la tutela della vita biologicamente intesa, della vita del vivente, il bene ‘primario’ che va difeso e tutelato in modo assoluto, allora non andrebbe tutelata anche la vita del virus? Non è il virus un vivente, esattamente come lo siamo noi?».
Paolo Becchi e l’assurda difesa del diritto di vita del virus
Un sillogismo troppo poco concreto per trovare facili sponde di appoggio che prosegue con questa conclusione: «Siamo disposti a rinunciare, come abbiamo fatto, ad ogni nostro diritto, ad ogni nostra libertà, alla nostra stessa dignità pur di vivere, pur di sopravvivere, di rimanere in vita, vincendo la nostra battaglia contro il virus; ma, se è solo il fatto di vivere che conta, se è solo questo, allora stiamo, al contempo,dicendo che non c’è nessuna ragione per cui siamo noi a ‘meritare’ di vivere, di rimanere in vita, contro la vita del virus. Perché anche il virus è vita che come noi vuole semplicemente continuare a vivere».
La replica di Feltri
Una presa di posizione ardita che ha provocato l’accesa reazione di Vittorio Feltri che ha parlato di legittima difesa di fronte al Coronavirus. Così come lo è quella nei confronti delle zanzare. Insomma, il pensiero di Paolo Becchi – seppur intriso di passaggi filosofici – è un qualcosa di difficilmente digeribile.
(foto di copertina: da Omnibus, La7)