A Paola Ferrari piacciono Salvini e Di Battista
18/03/2019 di Redazione
Nel dubbio, li sceglie tutti e due. Paola Ferrari non vuole sbagliare e, tra Lega e Movimento 5 Stelle, elegge due personalità che incontrano i suoi gusti. Intervistata nella trasmissione di Radio1 Un giorno da Percora, la conduttrice di RaiSport afferma di apprezzare sia Matteo Salvini, sia Alessandro Di Battista. Con una leggera predilezione per il primo, vista la sua fede rossonera.
Paola Ferrari e la sua predilezione per Salvini e Di Battista
Ovviamente, si parla della persona e non delle loro idee politiche. La conduttrice di Novantesimo Minuto, infatti, ci tiene a precisare: «Non politicamente, intendo come simpatia, come persone capaci nel proprio lavoro, che sanno comunicare. Salvini è molto più casereccio, ha un modo di comunicare vincente, anche se alcune volte non mi piace. Di Battista nel comunicare ha po’ più la puzza sotto il naso ma è sempre efficace».
Paola Ferrari, tuttavia, svela i suoi orientamenti politici. Dice di essere stata a un passo dalla candidatura con il movimento Noi con l’Italia e che la proposta le venne fatta da Lorenzo Cesa. La conduttrice ha glissato quando le è stato chiesto se avesse votato Lega alle ultime elezioni, ma non esita a dire che alla fine degli anni Ottanta scelse il Carroccio come voto di protesta. In generale, però, si definisce una donna di destra, anche se atipica: «Quando si parla di valori sì, su altre cose no: ad esempio sono per la madre surrogata e sono favorevole ai matrimoni gay».
Paola Ferrari e la nuova stoccata a Diletta Leotta
Poi, riserva una stoccata a Diletta Leotta, sua collega nel giornalismo sportivo, eppure così distante dalla conduttrice Rai che non l’ha mai particolarmente amata. In modo particolare, i conduttori di Un Giorno da Pecora hanno insistito sulla rivalità tra le due e sui presunti ritocchi estetici della Leotta, rivelati dalla stessa Paola Ferrari: «Non c’è niente di male: così è più prorompente e si nota di più. Ha negato di essere rifatta? Non mi ha querelato, però. Se mi querela, andiamo a vediamo».
(Foto: ANSA / CLAUDIO ONORATI)