Scambiavano materiali in chat, ma avevano tutti una vita normale: è una delle più grandi operazioni anti-pedofilia in Italia

Una operazione anti-pedofilia tra le più grandi in Italia, partita dalla procura di Torino. Cinquanta indagati, tre arresti, una mole enorme di materiali pedopornografici – alcuni relativi addirittura a neonati – in quindici regioni italiane. La procura di Torino, attraverso la polizia postale coordinata da Fabiola Silvestri, ha sgominato una enorme rete che, sul web, mostrava le sue perversioni, mentre nella vita reale conduceva una esistenza normale.

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Operazione anti-pedofilia a Torino: cinquanta indagati

Studenti, professionisti, impiegati, disoccupati. Il profilo sociale dei vari indagati è decisamente diverso e variegato. Ma la sostanza resta la stessa: decine di persone hanno condiviso attraverso un noto social network materiali raccapriccianti, che seguivano una precisa gerarchia e permettevano alle persone della rete di pedofili di essere considerati di rango più alto. Funzionava così: chi aveva i materiali più originali, magari anche autoprodotti, saliva di categoria. Gli altri dovevano conquistarsi la fiducia della rete postando foto e video che potessero essere il più possibile di prima mano.

Operazione anti-pedofilia, come funzionava la rete sgominata dalla postale di Torino

Per farlo utilizzavano i nickname e le reti aperte, in modo tale da non essere rintracciabili facilmente. Tuttavia, la polizia postale è riuscita lo stesso a risalire alle varie identità, a far partire le indagini e a raggiungere i risultati del 4 luglio 2020, dopo oltre un anno di lavoro. La rete, infatti, era talmente ampia da richiedere diverso tempo per mettere insieme tutti i puntini.

Ora, la procura di Torino dovrà analizzare tutto il materiale. Un lavoro, in verità, per stomaci forti. Al termine degli approfondimenti si valuteranno eventuali rinvii a giudizio ed eventuali processi. Ma al momento una delle più importanti reti di pedopornografia online in Italia sembra essere stata sgominata.

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