In Uk si chiede ai social media un maggiore controllo dei contenuti (tranne di quelli di giornalisti e politici)

Stiamo parlando di un emendamento controverso dell'Online Safety Bill

13/05/2021 di Gianmichele Laino

Sicurezza online, first of all. Soprattutto, con una maggiore responsabilità da parte dei social media. Una proposta di legge che è in discussione in questi giorni presso il parlamento britannico, e che è stata denominata Online Safety Bill, mira ad affidare un peso maggiore alle piattaforme che gestiscono social network o app che permettono l’interazione tra le persone in merito ai contenuti che qui sopra vengono pubblicati. Insomma, se un contenuto pedopornografico o a sfondo terroristico dovesse essere pubblicato da un utente generico, non sarebbe soltanto lui il responsabile di quell’azione, ma anche il social network che ospita il contenuto stesso.

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Online Safety Bill, cosa prevede la proposta di legge britannica

L’obiettivo è quello di paventare pesantissime sanzioni pecuniarie (18 milioni di sterline o del 10% dei loro ricavi globali annuali) per tutte quelle aziende di social network che non contribuiscono a rendere effettivamente più sicura la loro rete. Questa vigilanza dovrebbe essere messa in atto dall’Ofcom, l’ufficop di comunicazioni nel Regno Unito. Una proposta che si incanala nella direzione che già altri Paesi del mondo hanno preso, individuando la necessità di una regolamentazione sui contenuti pubblicati da quelle persone che – pur non essendo qualificate per diffondere contenuti di una determinata natura – lo fanno in virtù dell’ampia facilità d’accesso ai social network.

La polemica, tuttavia, non riguarda soltanto il contenuto di un Online Safety Bill, che qualcuno ha definito eccessivamente severo nei confronti dei social media. Si sostiene, infatti, che costringere i social network a rimuovere dei contenuti già in qualche modo pubblicati non sia sufficiente per una navigazione più consapevole da parte degli utenti. In particolare, tuttavia, ci si concentra su un emendamento proposto dai legislatori britannici, per cui questo controllo dei social media andrebbe a escludere i politici e i giornalisti. Il riferimento ai politici, in modo particolare, sembra essere dettato da quanto successo a inizio gennaio con Donald Trump, bannato da piattaforme come Facebook, Twitter e YouTube. L’Online Safety Bill, insomma, impedirebbe un caso Trump-bis, permettendo una libertà d’azione per la pubblicazione sui social media molto più ampia per i politici.

Se un politico dovesse pubblicare un contenuto ad alto potenziale terroristico, le piattaforme di social networking, insomma, non sarebbero tenute a intervenire. L’incitamento a invalidare delle elezioni democratiche, ad esempio, può essere considerato un attentato alla sicurezza nazionale? E, in questo caso, perché il politico in questione non dovrebbe essere perseguito? Inoltre, la fattispecie andrebbe a tutelare anche quelle persone che – come riporta Politico – in passato hanno provato a spacciare il loro contenuto sui social, molto vicino all’estrema destra, come materiale giornalistico. Insomma, un bel grattacapo per il parlamento inglese che dovrà decidere il da farsi.

foto IPP/capital pictures – Londra

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