Cosa cambia per chi ha uno smartphone OnePlus dopo la fusione con Oppo

La decisione è stata ufficializzata attraverso la pubblicazione di un post sul blog dell'azienda cinese. Le grandi manovre era iniziate, informalmente, lo scorso anno con una collaborazione

18/06/2021 di Enzo Boldi

Si scrive integrazione, si legge fusione. Nei giorni scorsi, come ufficializzato in una nota firmata dall’amministratore delegato dell’azienda cinese, è stato sancito l’accordo tra due grandi produttori di smartphone: OnePlus, di fatto, entra a far parte della famiglia di Oppo diventandone una sorta di brand secondario e dipendente da quella che, fino all’anno scorso, era una sua diretta concorrente. Gli ammiccamenti tra le due società (entrambe con sede in Cina) erano iniziati già nel 2020 con una collaborazione per sviluppare le strategie (tecniche e commerciali) dei due marchi.

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OnePlus, in Italia, non ha ottenuto il successo sperato. Ma i prodotti realizzati dall’azienda cinese, nata alla fine del 2013, hanno avuto un buon mercato in questi otto anni. Soprattutto in Oriente. Poi, dallo scorso anno, l’avvio della collaborazione con Oppo. Il grande deus ex machina di questa operazione è l’amministratore delegato della società con sede a Shenzhen, Pet Lau, che già nel 2020 aveva mosso i primi passi che, poi, sono culminati in quella fusione ufficializzata con un post pubblicato (e firmato proprio dal Ceo) sul blog della community.

«Come molti di voi sapranno, l’anno scorso ho assunto alcune responsabilità aggiuntive per supervisionare la strategia di prodotto sia per OnePlus che per OPPO – scrive Pete Lau -. Da allora, abbiamo integrato diversi nostri team insieme a OPPO per semplificare meglio le nostre operazioni e capitalizzare su ulteriori risorse condivise. Dopo aver visto l’impatto positivo di questi cambiamenti, abbiamo deciso di integrare ulteriormente la nostra organizzazione con OPPO».

OnePlus, ufficiale la fusione con l’altra azienda Oppo

Un’integrazione che, però, ha il sapore della fusione. Anche se Lau spiega che nulla cambierà rispetto al passato – anzi, sostiene che questa mossa strategica farà da sfondo a una nuova evoluzione di OnePlus e dei suoi dispositivi -, la sua azienda diventa di fatto una sorta di sotto-brand di Oppo. «Sono fiducioso che questo cambiamento si rivelerà positivo per la nostra community e i nostri utenti – sostiene l’amministratore delegato -. Grazie a questa più profonda integrazione con OPPO, disporremo di maggiori risorse per creare prodotti ancora migliori. Ci permetterà di essere più efficienti, ad esempio, rilasciando aggiornamenti software stabili più rapidamente».

Ora cosa accade per chi ha acquistato uno smartphone

Lau spiega che la sua azienda continuerà a operare in modo indipendente, ma questo appare più un messaggio di rassicurazione che la vera realtà. Dal punto di vista tecnico – almeno per il momento – chi è in possesso di un dispositivo OnePlus non dovrebbe vedere grosse variazioni. Idem per quel che riguarda il marketing e la commercializzazione dei prodotti. Sta di fatto, però, che le ripercussioni potrebbero verificarsi a lungo termine. Per sapere cosa accadrà, dunque, occorre attendere la prima fase di questa fusione e la dichiarazione, ufficiale, degli obiettivi che BBK Electronics Corporation, il gruppo di cui fanno parte le due aziende “integrate”, vorrà conseguire.

(foto: da Pixabay)

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