Tutta la storia del caso Luca Varani

08/03/2016 di Redazione

Luca Varani è uno studente romano, ucciso a Roma, nel quartiere periferico di Collatino, in un palazzo di via Igino Giordani, la notte tra giovedì 3 e venerdì 4 marzo. Il ragazzo è stato assassinato da due suoi amici, Marco Prato e Manuel Foffo (rispettivamente di 30 e 29 anni di età, anche loro studenti, ora in carcere a Regina Coeli con l’accusa di omicidio premeditato aggravato dalla crudeltà). Il cadavere di Luca Varani è stato ritrovato solo alcune ore dopo l’uccisione. L’omicidio è avvenuto in casa di Foffo. La vittima sarebbe stata seviziata e poi colpita con un uno o più coltelli, un martello e altri oggetti contundenti. A finirlo probabilmente un colpo di coltello al cuore.

LUCA VARANI, LA CONFESSIONE AL PADRE E AI CARABINIERI

A denunciare l’omicidio di Luca Varani è stato proprio uno dei due studenti che lo hanno ucciso, Manuel Foffo, studente fuoricorso alla Facoltà di Giurisprudenza, presentatosi dai carabinieri con il padre Valter. Inizialmente si erano perse le tracce di Marco Prato, poi rintracciato in un albergo nei pressi di piazza Bologna, intontito di alcol e farmaci, dopo aver tentato il suicidio. Dopo essere stato trovato in stato di incoscienza dai carabinieri, il ragazzo è stato portato d’urgenza all’ospedale Sandro Pertini, ma non era in fin di vita.

LUCA VARANI, L’UCCISIONE: PRIMA LA TORTURA, POI IL COLPO MORTALE AL CUORE

Secondo quanto raccontato da Manuel Foffo ai carabinieri, lui e Marco Prato avrebbero torturato Luca Varani in modo che non morisse subito.  Lo studente avrebbe ricevuto una morte lenta, perché i due assassini volevano vedere la loro vittima morire. L’avrebbero dunque prima drogata e poi tramortita e torturata. «Eravamo gonfi di alcol e droga, in preda alle allucinazioni, quando io e Marco abbiamo seviziato e ucciso Luca nel pieno di un festino consumato a casa mia. Volevamo vedere l’effetto che fa», è stata una delle dichiarazioni rese da Manuel Foffo ai carabinieri. Luca Varani è stato trovato nudo. I due assassini avrebbero anche tentato di rupulire la scena del delitto. Dai primi responsi dell’autopsia è emerso poi che la vittima è stata al lungo seviziata, dopo essere stato tramortito con un martello, mentre il volto e il collo sono stati devastati da decine di ferite da punta e da taglio.

LUCA VARANI, L’ABUSO DI ALCOL E DROGHE: «ERAVAMO IN PREDA AL DELIRIO»

Per gli investigatori, ma come anche confermato dal padre di Manuel Foffo, l’omicidio di Luca Varani è legato all’abuso di alcol e droga da parte dei due autori. In un’intervista rilasciata al Corriere della Sera Valter Foffo ha raccontato che il figlio al momento della confessione era «strano, imbambolato» e «non riusciva a parlare» e che ha probabilmente quando ha ucciso era «incapace di intendere e di volere». «Dopo aver assunto quasi dieci grammi di coca – è inoltre una delle dichiarazioni di Manuel emersa in questi giorni – io e Marco abbiamo siglato un patto, decidendo di uccidere qualcuno. Abbiamo chiesto a Luca di raggiungerci a casa mia. Non so perché lo abbiamo fatto, eravamo in preda al delirio».

LUCA VARANI, LA TRAPPOLA ALLA VITTIMA IN 5 SMS: «VIENI, C’È ROBA E SOLDI PER TE»

Prima di attirare Luca Varani in casa, Manuel Foffo e Marco Prato avevano consumato cocaina per un paio di giorni. Ne avrebbero acquistata per oltre mille euro. Erano strafatti della sostanza e di barbiturici e alcol. E si aggiravano per strada per trovare una potenziale vittima. Marco Prato avrebbe poi avuto l’idea di attirare in una trappola qualcuno interessato a droga e denaro. Luca avrebbe ricevuto dai suoi assassini un sms con il messaggio: «Vieni che c’è roba e soldi per te». E avrebbe poi risposto: «Dove ci vediamo?». A quel punto Marco: «Ho una casa a disposizione tutta per noi in via Igino Giordani». Sarebbero stati in tutto 5 i messaggi che promettevano soldi e sesso facile.

LUCA VARANI, IL PIANO OMICIDA: «UCCIDERE PER VEDERE L’EFFETTO CHE FA»

Il protagonista della trappola a Luca Varani sembra essere Marco Prato, considerato noto nel giro gay romano. Manuel Foffo invece amava le donne ma aveva anche esperienze omosessuali. Erano entrambi frequentatori dei locali notturni. Si erano conosciuti poco più di due mesi fa. «Ho conosciuto Marco a Capodanno. Lui è gay, io sono eterosessuale – è stato il racconto di Manuel – Abbiamo avuto un rapporto e lui aveva un video così ho temputo che potesse ricattarmi e ho continuato a vaderlo». Marco aveva cercato Manuel pochi giorni prima del delitto, inviandogli un sms: «Non ti sei fatto più vedere, come mai?». A quanto pare Manuel avrebbe risposto, i due si sarebbero visti e durante l’incontro avrebbero progettato di strafarsi per «vedere l’effetto che fa». A fornire i soldi per la cocaina sarebbe stato Manuel, che appartiene ad una famiglia benestante. Il padre Valter è impegnato tra due attività: il ristorante ‘Dar Bottarolo’ a Pietralata e un’agenzia di pratiche automobilistiche. Arrivato nell’appartamento Luca, secondo il racconto di Manuel, si sarebbe denudato. I due assassini gli avrebbero poi offerto alcol con un farmaco narcotizzante. La vittima sarebbe dunque andata in bagno e si sarebbe sentita male. «Marco lo ha aggredito – ha dichiarato ancora Manuel – e gli ha detto che sia io sia lui avevamo scelto che doveva morire. Ho preso io il martello e forse anche i due coltelli. Luca non è mai riuscito a resistere alle nostre violenze».

LUCA VARANI, IL RITORNO A CASA DOPO IL DELITTO

Come raccontato dal Corriere della Sera, secondo Manuel Foffo a colpire al cuore Luca Varani sarebbe stato Marco Prato. Dopo l’uccisione e dopo aver tentato di ripulire il luogo del delitto, i due sarebbero poi usciti in macchina, gettando abiti e telefonino della vittima in un cassonetto in via Magna Grecia. Forse erano intenzionati a sbarazzarsi del cadavere. In ogni caso hanno continuato a bere per un paio di locali, fino a quanto Marco si è recato in albergo, tentando il suicidio con una dose massiccia di tranquillante acquistato dal complice, che invece è tornato a casa. Sui social network molti utenti hanno protestato per la partecipazione a Porta a Porta del padre di Manuel Foffo. Flavia Vento al Corriere della Sera ha raccontato di avere avuto una relazione con Marco Prato, ma di aver chiuso i rapporti: «Era carino a ambizioso. Ora sono sotto choc. Non andrò a trovarlo in carcere».

(Immagine da Facebook)

Share this article